Le ricorderemo così. Saranno nei nostri pensieri quelle mattine trascorse a dissetarci a vicenda. Tu, Signora perbene, a cavalcioni del mio viso per governare tra le tue gambe tremanti la mia bocca assetata. Nel contempo le tue labbra avvinghiate al mio turgido riflesso. Una lenta agonia, una lotta a chi sopravvive più a lungo. Ogni volta la ricerca di un primato.
Assieme vinceremo.