Acquisti

Disse che voleva che andassimo a comprare delle scarpe.. in realtà voleva altro… e lo scoprii presto.
– Intanto mettiamo il collare! – mi disse mentre mi vestivo. Mi venne dietro e allacciò il tutto, sistemando bene il maglione che portavo.
Normalmente porto maglioni abbastanza alti e quindi non mi imbarazzava uscire con il collare: lo facevamo spesso di sera, in locali dove la cosa passa inosservata, ma di giorno non capitava molto spesso e devo dire che mi intrigava farlo ora.
Prendemmo l’auto e come al solito fece guidare me, mentre lei seduta al posto del passeggero, approfittava della mia posizione per torturarmi piacevolmente.
Indossava un completo fatto di pantaloni e giacca in pelle nera, che la rendeva molto affascinante: alle mani guanti neri, come sempre d’inverno, anch’essi di pelle.
Il profumo della pelle è inebriante per me, e quel giorno era misto al suo profumo francese.. ed io ero piacevolmente eccitato. La sua mano mi passava sul collo, fra i capelli, stringendo alternativamente il collo o tirando i capelli stessi.
Ogni tanto, poi, come lei sa ben fare, mi metteva la mano guantata (sapendo che ciò mi fa effetto) in bocca, con prepotenza e con dominazione… togliendola subito, dopo avere sortito l’effetto voluto.
In qualche modo arrivammo al negozio: una sorta di grande magazzino delle calzature, dove c’è ogni tipo di scarpa, e questo a lei piace molto.. può sbizzarrirsi e provare di tutto: ma stavolta aveva in mente anche altro.
-Oggi voglio che tu mi adori mentre provo degli stivaletti, che userò solo per te! Sai cosa intendo, vero.. SCHIAVO? – mi guardò perversa mentre pronunciava la frase, ed io assentii con un gesto della testa, inebriato dalla notizia e dalla situazione.
Entrammo e il profumo cuoio e pelle pervadeva l’aria: il posto era immenso ed eccitante.. almeno per me.
Lei si diresse decisa verso il reparto dove avevano gli stivali: ce ne saranno state forse cento paia!… I suoi occhi brillavano, era eccitata, perversamente eccitata….
Ci inoltrammo fra i banconi mentre lei esaminava ogni paio, con attenzione, valutando modello, taglio, e quant’altro…
Volle vedere pressoché tutti i modelli e poi tornò indietro. Ad un certo punto prese un paio di stivaletti, me li mise davanti al naso: – Odora SCHIAVO! Pensa quando questi tacchi saranno nella tua schiena! – disse in un sussurro.
La guardai rapito, dalle parole, dal suo tono, dal suo essere così perversa ed amabile al tempo stesso, dal fatto di essere SUO in tutto me stesso, in quell’istante.
– Non vedo l’ora! – sussurrai anche io.
Riprese a vagare fra i mille modelli e poi ne scelse alcuni: – Prendiamone qualcuno da provare, allora! – disse – Dobbiamo scegliere quelli che fanno al caso nostro… – Mi fissò con i suoi occhi verdi da serpente, sogghignando.
– Siamo qui per questo.. Padrona – risposi.
Mi porse due paia di stivaletti neri, bellissimi, con un tacco piuttosto alto e fino, una linea slanciata e decisamente sexy, che già al solo vederli, mi eccitavano.
La mia reazione fisica fu evidente ai suoi occhi abituati e passandomi accanto mi diede una strizzata fra le cosce, tirando il cordino che io porto sempre, come collare intimo, su suo ordine.
– Vedo che il MIO uccello reagisce – sussurrò tirando il cordino e facendomi impazzire dal desiderio: il cordino stinge il glande e l’effetto è immediato sia fisicamente che mentalmente.
Prese ancora un altro paio di stivaletti, sempre di un tipo simile e si diresse verso i sedili dove le donne potevano provare ciò che volevano scegliere per i loro acquisti.
– Ora mi metti questi stivaletti e poi… voglio che mi adori: CHE LI BACI E CHE MI ADORI! – mi disse fissandomi negli occhi.
Vide forse un po’ di sgomento nel mio sguardo: mi preoccupavo più che altro delle possibili reazioni di altri clienti, ma tutto sommato non più di tanto.
– Stai attento a non essere troppo esagerato. Sai che non mi piace l’esibizionismo: sono la tua Padrona e voglio che mi adori, ma senza volgarità! Lo sai, no? – mi disse.
– Certo! – risposi e mi inginocchiai ai suoi piedi mentre allungava le sue gambe davanti a me.
Essere lì, in pubblico, inginocchiato davanti a lei, mi piaceva e mi emozionava. Lei lo sapeva e piaceva anche a lei stessa.
– Mi piace vederti qui, inginocchiato. MIO! AI MIEI PIEDI! SCHIAVO!…. MIO SCHIAVO! – disse afferrandomi il collare e dando un piccolo strattone, da vera Padrona, qual è lei nella mia vita.
Le tolsi la scarpa destra e la poggiai accanto a me: una bella scarpa di alta qualità, con il tacco piuttosto alto, come sempre lei usa. Presi uno degli stivaletti e glielo calzai: indossava calze nere velate, come suo solito e il contatto con il suo piede, così morbido, così sensuale, aumentò la mia eccitazione.
Metterle lo stivaletto mi inebriava e chiuderne la zip, poter accarezzare la forma del piede, sentire la pelle morbida, l’odore, gustare la forma, la sensazione, fu un tutt’uno.
– Ora bacialo! – ordinò, e mi afferrò i capelli spingendo la testa verso lo stivale. Non alzò affatto il piede, ma spinse con forza la mia testa verso terra.
Io ubbidii, senza nemmeno chiedermi cosa avrebbe pensato un eventuale cliente che passava in quel momento.
Mi chinai fino a terra e baciai quel piede che mi stava facendo ammaliare come non avevo nemmeno immaginato, e lo continuai a baciare finché lei non tirò i capelli verso l’alto – Basta! Ora smettila, va bene così! – disse. – Ora mettimi l’altro stivale! – ordinò, spostando l’altro piede verso me.
Ubbidii svelto e vedere tutti e due i piedi fasciati di quella splendida pelle, nera e lucida, la forma esaltata da quella della scarpa, i tacchi alti e fini: tutto ciò mi mandò veramente in estasi.
– Bacia ancora, SCHIAVO! – ordinò ancora mentre si alzava in piedi dominandomi in tutta la sua altezza (è una donna piuttosto alta ed in quella posizione particolare era evidente il suo ruolo).
Non me lo feci ripetere mi abbassai quasi con la fronte a terra e le baciai entrambi gli stivaletti, indugiando e gustando la situazione, e fregandomene altamente di tutto ciò che avevo intorno: ero il SUO schiavo e stavo adorando la MIA padrona, il mondo non esisteva per me.
– Basta, ora basta! – ordinò perentoria spostandosi ed allontanandosi da me che rimasi per un attimo in ginocchio, con lei che si voltava verso uno specchio poco discosto godendosi la scena.
Si riavvicinò a me che stavo alzandomi e mi venne di fronte, mi afferrò i capelli, mi tirò verso di lei e mi baciò aprendo la bocca ed esplorandola con la lingua, come fa sempre, come sempre accade fra noi. – Sei uno splendido schiavo, mi piaci, mi ecciti! – disse staccandosi ed afferrandomi il collare dietro il collo e tirandolo con forza, facendomi sentire il suo dominio.
– Chi sono io? – chiese – Forza! DILLO!
– Sei la mia Padrona, assoluta! Ed il tuo schiavo! – risposi fissandola negli occhi, inebriato ed innamorato.
Indugiammo qualche istante così, fissandoci.
Poi ci scuotemmo e tornammo in noi, ricordandoci del negozio, della gente, della situazione…
– Prendiamole tutte – disse, accennando alle scarpe e dirigendosi verso la cassa.
Mentre faceva questo tirava fuori il portafoglio dalla borsa, in quanto le carte di credito, da tempo, ormai, le tiene solamente lei, la Padrona. Io mi apprestai a seguirla con le scatole degli stivali, immaginando già cosa sarebbe successo a casa.
Fu allora che mi accorsi di un signore che mi fissava ammaliato, con gli occhi un po’ stralunati, e quasi a bocca aperta. Non era molto lontano, ma io mi vergognai pensando che aveva visto tutto e che chissà cosa stava pensando.. Lo fissai e credo di essere arrossito almeno leggermente. Poi quando lui venne verso di me, facendo qualche passo, mi sentii un po’ in imbarazzo, credevo mi volesse apostrofare in qualche modo e stavo quasi preparandomi a difendermi.. almeno verbalmente.
– La invidio, sa?…. Molto!! Lei è molto fortunato! – esclamò arrossendo in modo improvviso e vistoso, e poi fuggendo quasi di corsa verso altri scaffali e lasciandomi a bocca aperta e senza parole..
Ripresomi, mi diressi verso la cassa dove la mia Signora stava aspettando e sorridendo fra me e me.. solo io sapevo il perché….

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