Il giardino dei supplizi

Guardando queste foto il titolo potrebbe essere il “Giardino delle Delizie” ma anche “Il giardino dei Supplizi” rubando così il titolo ad un celebre libro di Octave Mirabeau, (1899) dove una delle protagoniste del romanzo passeggia in visita ad un “ameno” luogo presso una prigione a Canton dove si pratica l’antica arte della tortura secondo i dettami dei maestri cinesi.
Behh stando cosi le cose è forse meglio parlare di “Giardino delle Delizie”.
Qui gioco delizioso all’aria aperta, ma protetti da sguardi inopportuni.
Alberi, pali, travi del portico, canne dell’acqua, oggetti del giardino, gabbie forniscono buona attrezzatura e anche spunti per sevizie originali.
E se non sono originali un passeggiata per i vialetti del giardino legato per l’uccello e trascinato da una Padrona oppure anche un semplice pony boy sul prato oppure una fustigazione ma con la schiava o lo schiavo legato ai rami di un albero oppure un piccolo orto da coltivare stando nudo prendendosi le staffilate perché la terra è zappata male … oppure … oppure …. è quanto mai suggestivo
In un dungeon sarebbe tutto banalmente scontato.
Certo una colazione servita a letto da uno schiavo è desiderio di tanti e tante
Ma vuoi mettere il fascino di un tavolo in giardino a guisa del “mulino bianco” e invece di quella irreale famigliola attorno al tavolo …. Lei, tranquilla, pacifica, intenta a leggere il giornale del tutto indifferente allo schiavo lì in ginocchio, pieno di visibile desiderio ma anche consapevole che tale desiderio resterà inappagato. Lui puro strumento al servizio per preparare la colazione, correre a comperare i quotidiani, portare il necessario dalla cucina al tavolo in giardino e poi rimettere tutto a posto.

Tutti noi dovremmo avere una casa con giardino e con la casa del vicino più vicino a 100 metri.

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