Nuit Demonia, show e festa fetish – by Abate Mosson

Bella festa e grande show. Eh si, perché di festa si trattava nella appena trascorsa, e annuale, Nuit Dèmonia a Parigi, alla discoteca branché – come si usa dire nella Ville Lumière – La Loco. In piena Pigalle, attaccata al Moulin Rouge, La Loco è una vecchia gloria delle discoteche parigine, alla fine degli anni ’60 era “La Locomotive” e ci si andava a ballare la musica dei Beatles e dei Rolling Stones, adesso nei nostri giorni un po’ più contratti, si è contratto anche il suo nome: La Loco.
Gli spazi non sono cambiati di molto all’interno, ma l’altra sera era il contesto che era diverso. L’annuale Nuit Dèmonia ha raccolto all’interno mille e settecento persone festanti, tanti i biglietti venduti. Ognuno il suo ruolo e ognuno il suo spazio, quello del gioco. Tutti molto “vestiti”. D’altronde è impensabile, oltre le nostre frontiere, entrare in una festa anche solo di giochi leggeri senza indossare un rigoroso dress-code. Anzi divertente è proprio il confronto, l’immaginazione che si traduce in risultati fantasiosi a seconda della creatività personale, l’esibizione e il voyeurismo che si rincorrono. Una festa appunto, come sono le feste che si rispettano…
Molti sorrisi accennati di Padrone soddisfatte e anche molti volti distesi di slaves soddisfacenti. Certo perché una festa è anche un gioco. E i giochi si svolgono in due, poi ci sono anche quelli di squadra. Qualche zona era molto affollata è vero ma qualche corridoio per defilarsi ogni tanto a prendere ossigeno si riusciva a trovare.
Due ristoranti, serviti, in alto era quello più glamour, divanetti e poltroncine, se non fosse stato per gli abiti, i frustini esibiti e qualche slave prono a far da stuoino, l’ambience era quello di un luogo di tono borghese. L’altro, in basso, era più connotato. Gabbie come tavolo centrale, una lastra di perspex a fare da piano d’appoggio di piatti e bicchieri, tutt’attorno le sedute per poter affrontare la cena. Dentro le gabbie, slaves rassegnati o rabbiosi che ricevevano gli avanzi e qualche “attenzione” interessata.
Esibizioni, sfilate, giochi, ristorazione, bar, conversazioni, nuovi incontri, molta musica, molto ballo, questa la festa. Sul palcoscenico esibizioni di bondage – da segnalare una giovane coppia che vive a Londra, lui orientale, Nawa Koneko, molto bravo, dall’esecuzione veloce e spettacolare, e lei inglese, molto brava a sua volta a tenere nel tempo le sue posizioni sospese, mentre noi eravamo rappresentati dalla competente e dolce Elmerald con la sua “flessibile” e interessante modella Avadarkdemon – si alternavano a vere sfilate di moda “orientata” e fetish in senso specifico.
Moltissime modelle, bellissime, che uscivano a ondate sul palco. Un numero quasi impressionante rispetto a un evento, che è annuale sì, ma comunque privato. Le “Maisons” erano tra i nomi più interessanti della scena fashion fetish europea: dalle creazioni della boutique Dèmonia che faceva gli onori di casa allo storico Patrice Catanzaro, le nuove leve dei latex francesi di HMS, quelli tedeschi di Marquis e Cyberesque, i corsetti inglesi di Girlarmour e quelli più “classici”di Fetish Size Me, quelli metallici della belga Kraum Etkinox. Gli abiti interi di Black Lotus, francesi, che fasciavano corpi bellissimi con scivolose, scure superfici, gli arditi “completini” di Damien De Man. Breathcatchers, olandesi, le t-shirt feticiste di Help! e il cuoio di L comme L, tutti francesi. E poi Hedony Design, Cyberdoll, Justine Nagoï, ancora francesi, quest’ultima poi in questo contesto sembrava perfetta perché coniugava il “candore” di Justine e il gusto contemporaneo del coté bdsm giapponese.
Ah… che voli che permette la letteratura, bello poi è riuscire a “volare” nel reale. L’altra sera questo era permesso.
Vario il “reale” delle tante Mistress presenti arrivate da ogni dove: Mistress Shane, statunitense ma che vive e lavora nel Belgio da anni, ad Anversa, Mistress Shadow, Mistress Athena, sempre del Belgio, dalla Spagna Mistress Natalie, Mistress Nicole, Mistress Elle, Domina Sara, la Germania con Dominique La Mer, Alexa Montez. La Francia, degnamente rappresentata da Maitresse Cathy, Maitresse Diane, Maitresse Elsa, l’”intellettuale” Manon des Grieux, la art-performeuse VDREY di Nizza. Mistress Walkirie arrivata da Londra, Lady Morrigan, la giovane e bellissima Mistress inglese, stabilita ormai a Parigi, carnagione bianca, una statua dal profilo perfetto, classico, arrivata col suo solito stile dai sapori un po’ old-fashioned rivisitato e un paio di “candide” ali lunghe fino ai piedi da angelo sterminatore. Dall’Italia Miss Regina e Rubberstar, dagli USA Mistress Antoinette e Kumi Monster, Maitresse Anya dalla Svizzera, Maitresse Brigitte dai Paesi Bassi, e poi Mistress Rie, Khimaira e altre Mistress dagli occhi a mandorla accompagnate da un gruppo di fotografi, produttori e video director tutti quanti venuti dal Giappone.
E ancora nomi noti tra le fetish modelle, photo modelle, bondage modelle, gothic modelle, designers, stilisti, pittori, disegnatori di bandes-déssinées, scrittori, scrittrici, fotografi. Qui bisogna fermarsi perché molte le stars: Eric Martin, Christophe Mourthé, Miss Red, Ludovic Goubet, Lazlo, Robert Chouraqui.
Nei piani inferiori Chouraqui si è avvicendato con gli altri per tutta la notte fino al mattino a scattare – in un set fotografico allestito in una location da abbandono post-atomico industriale – migliaia di fotografie al popolo della festa che scendeva da traballanti passerelle in lamiera microforata a prendersi i famosi quindici minuti profetici di Andy Warhol. E con quei tacchi alti d’obbligo molte gambe ondeggiavano pericolosamente mettendo alla prova caviglie affaticate mentre i bagliori del latex si “sporcavano” con le incrostazioni, le muffe e le lanuggini del luogo. Chapeaux bas come dice la canzone di Barbara all’organizzazione perfetta di Laurence Dorra e Francis Dedobbeleer, i responsabili di Dèmonia e delle sue notti.

Francis Dedobbeleer mentre presenta la sfilata

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