Una sessione standard

In relazione ad alcuni miei recenti articoli ho notato un certo grado di confusione da parte di alcuni lettori, che scambiano incontri “di prova” o sedute video-fotografiche per sessioni disciplinari vere e proprie. Invece c’è una differenza sostanziale che dipende non tanto dagli strumenti o le tecniche usate quanto dall’atmosfera e dal contesto complessivo. Le mie sessioni non sono uno “spogliati che ti picchio”, ma il front-end di un preciso percorso educativo. Quindi la prima differenza sta in chi presenta il culo, che in un caso può essere un semplice curioso mentre nell’altro è un Allievo (per una volta lo scrivo maiuscolo perché i miei allievi, rispetto ai curiosi, se lo meritano). Un allievo viene da me per essere punito veramente, non per giocare allo scolaretto. Ho verificato in precedenza la sua volontà, buona fede, correttezza, corrispondenza di obiettivi rispetto ai miei. Se continuo a scartare la maggior parte di chi mi scrive è proprio perché coloro che presentano una domanda complementare al mio tipo di offerta sono pochi. Gli altri – si può tranquillamente dire – non hanno capito niente, o perché non ci arrivano o perché forse mi spiego male io.

La sessione è un front-end, dicevo. Il giovane che sente veramente il bisogno di correzione ed espiazione mi ha già confessato nel dettaglio i suoi comportamenti deviati, la sua vergogna per essi, il suo intimo bisogno di vederli sanzionati. Mi invia ogni giorno un resoconto delle proprie azioni, sottoponendole al mio giudizio. Io predispongo un programma educativo-disciplinare che stabilisce un limite ai suoi vizi e prevede correzioni solo se non viene rispettato. La sessione non è perciò un una tantum automatico, bensì la conseguenza di ripetute mancanze, del superamento dei bonus da me concessi. L’allievo viene punito in proporzione alle mancanze, non a casaccio. Per ogni tipo di mancanza stabilisco un tipo di punizione. Ad esempio: masturbazione (oltre i limiti concessi) – canna di bambù; visita a siti porno – scudiscio; mancanze formali – cinghia…

Ogni allievo ha, ex ante, il quadro preciso di cosa lo aspetta in base a come si è comportato. Ci sono quindi sessioni più leggere e altre più pesanti, a seconda di quanto riportato nel mio registro circa le due settimane precedenti. Al termine di ogni settimana invio all’allievo il resoconto del suo comportamento complessivo, e un giudizio di merito. All’inizio di ogni sessione gli leggo di persona quanto già sa, dopodiché gli faccio ammettere le colpe e lo pongo in castigo, a macerarsi nell’attesa della frusta.

Che c’entra tutto questo con coloro che vogliono soltanto provare la mia sferza? Nulla. Questi sono solo dei curiosi che ogni tanto accontento e che, se me ne danno il consenso, fotografo e filmo per poi postare il risultato su BloGabbia come resoconto di “incontri atipici”. Un allievo è tutt’altro e il mio rapporto con esso è di un livello incomparabilmente superiore. Il cazzaro che si fa vedere una volta, poi promette di tornare e non torna, mi lascia completamente indifferente. L’allievo che ha qualche difficoltà logistica o qualche problema, lo chiamo per accertarmi che stia bene, che sia tutto a posto, che la sua vita sia serena. I curiosi non mi suscitano niente, per gli allievi nutro rispetto. Ciò non inficia la mia severità, ma pone il rapporto su un altro piano. Come posso paragonare il babbeo che mi scrive “Volutamente non ti do del Lei, perché probabilmente sono l’unico vero spankee italiano, e ti darò del Lei (eh, le regole del gioco le conosco bene!) solo quando ci saremo messi d’accordo sui contenuti della sessione”, con chi invece ha capito appieno la mia filosofia, il mio target e il mio approccio? Non posso.

L’articolo si chiama “Una sessione standard” e quindi vorrete sapere di cosa si compone. Le fasi le ho già descritte sopra e in un altro articolo (di teoria dell’offerta), al quale vi rimando. Purtroppo qui non posso postare video – così non vedrete né sentirete come salta, urla e piange sotto lo scudiscio calato con la giusta severità. Vi posso però dire che l’allievo mi aveva scritto, in uno nei suoi resoconti: “Signore, mi dispiace molto e sono mortificato. Oggi ho toccato il fondo della depravazione. Ho passato 2 ore stamattina e 3 oggi pomeriggio dinanzi al computer a vedere film porno in modo ossessivo e compulsivo. Ho indossato lingerie femminile. Ho succhiato il fallo e me lo sono infilato dentro. Mi sono pizzicato i capezzoli e sono venuto. Ho una volontà fragile. Io non voglio ma non ci riesco. Mi sento sporco e colpevole ora. maiale segaiolo”.

Le sessioni tengono conto di confessioni come questa, che si somma alle precedenti. Spesso ci sono elementi per usare sia la canna di bambù che lo scudiscio, e così faccio. Io non credo al warming-up, così comincio subito forte. Di solito il maiale comincia a piangere verso il 5-8 colpo, e non smette più. Prima dell’inizio delle battiture, c’è il primo cornetime (in uno stanzino piccolissimo dove ha appena lo spazio per stare in piedi, al buio) a meditare per una decina di minuti. Tra le battiture, un altro cornertime: in ginocchio, su uno zerbino ruvido, di fronte allo specchio.

Ultimamente le mie sessioni sono meno serrate e più ricche di momenti d’attesa. Ciò – che comunque va calibrato sulla personalità del singolo allievo – le rende più confacenti alla mia impostazione, e dà buoni risultati in termini complessivi. Quindi prolungo i momenti di svestizione, confessione, reprimenda, cornertime, senza badare troppo all’orologio. Ciò non significa che la sessione diventi più leggera, anzi: le attese sono efficaci solo se il corrigendo sa che al loro termine la frusta morderà davvero. Mi piace pensare all’allievo, al buio, che aspetta di essere convocato per la correzione corporale. L’espiazione non è fatta solo di dolore, ma anche di timore. La severità non significa solo picchiare sodo, ma anche ottimizzare l’effetto complessivo di ogni colpo, facendolo ricordare o temere.

01 – L’allievo sa che per sue colpe sarà battuto duramente. Sul culo rilassato e pieno la canna di bambù ottiene gli effetti migliori.

02 – Ogni frustata deve mordere in profondità la carne. La prova che ciò avviene sono i salti e le contorsioni dell’allievo (peccato non ne sentiate i pianti e le urla).

03- Un culo che si segna poco, ma vi assicuro che li ha sentiti tutti e 50.

04 – Siti porno? Per questo c’è lo scudiscio.

05 – Culo già ben caldo, in ginocchio sullo zerbino ruvido in attesa della seconda tornata di botte. Il viso è nascosto per fare la foto, altrimenti l’allievo ancora in lacrime è costretto a guardarsi nello specchio.

06 – Lo scudiscio è ottimo anche sulle piante dei piedi, che non vanno mai colpite con strumenti rigidi.

07 – Gli effetti dello scudiscio assestato mentre l’allievo era costretto a girare in tondo sul tappeto, a 4 zampe.

Tags: No tags

21 Responses