IL SOGNO DI AASE – Capitolo 1 –

La neve cadeva fitta fitta, in grandi fiocchi che Aase , estasiata, osservava adagiarsi silenziosamente lievi sul terreno. Un silenzio ricco di rumori avvolgenti, che l’aiutava a rilassarsi, a godersi i propri sogni.
Sogni proibiti che avrebbe desiderato svelare a Nils ma….Erano gnomi, e nel loro mondo certe fantasie non erano contemplate.Loro amavano e rispettavano la vita, la natura, gli animali e persino gli esseri umani!Come poteva sperare che lui capisse il suo desiderio?
Aka, il suo lemming, squittì risvegliandolada quel torpore. Aase prese un po’ di nocciole e, carezzandolo, gliele porse. In quel mentre la porta si spalancò, portando un turbinio di vento e neve. Nils era tornato!!
Aase gli corse incontro per togliergli la casacca, lui le sorrise e strofinò affettuosamente il suo naso contro quello di lei.
Davanti ad una tazza di the nero fumante, Aase raccolse tutto il suo coraggio e, osservando seriamente il marito negli occhi, iniziò a raccontargli di come si sentisse dentro, ricca eppure vuota, poiché non poteva donare la sua ricchezza al suo amato.
Nils non comprendeva, così Aase, troppo in ansia per poter spiegare, iniziò a raccontargli alcuni suoi sogni, pregando dentro di sé che lui l’amasse abbastanza da comprenderla e da non abbandonarla.
L’oca Astrid era corsa ad avvisarla che Nils stava rientrando e lei sapeva come doveva farsi trovare al suo ritorno.
Corse in camera, si svestì rapidamente ed indossò la biancheria che le aveva regalato per il loro anniversario, mutandine di pizzo trasparenti e sottoseno. Si tolse il suo bel cappello a punta e prese dal cassetto il dildo con la coda da cane, indossandolo. Scese le scale e s’acquattò, a quattro zampe, davanti alla porta d’ingresso, in attesa del Suo arrivo.

Nils l’ascoltava osservandola esterrefatto. Mai avrebbe pensato che sua moglie avesse desideri così repressi.
Poteva scorgere nello sguardo di lei un languido desiderio, un sorriso timido eppure sicuro, una nuova Aase che lui non conosceva, neppure dopo tanti anni di matrimonio. Aase intanto, continuava a raccontare….

Quando Nils entrò si diresse, ignorandola completamente, al vestibolo dove appese la casacca ancora bagnata dall’umidità del bosco. Si recò nel ripostiglio, prese una catena dal primo scaffale, e tornò in soggiorno, dove Aase era rimasta, un po’ delusa, ad attenderlo. Nils le accarezzò dolcemente la schiena, massaggiandole le natiche e poi su, fino al collo per agganciarle la catena al… “dov’è il collare!?!?”le urlò adirato.
Lei lo guardò con lo sguardo supplichevole maledicendo la propria fretta che le aveva fatto scordare un particolare così importante. “ Lo sai che voglio la perfezione!” . Nils tornò nel ripostiglio, prese un frustino, e la batté severamente sulla natiche, 30 colpi per aver scordato il collare, 30 colpi per lo sguardo supplichevole.
Aase avrebbe voluto mugolare per il dolore, ma Nils le avevo messo anche la museruola, per punizione. Le legò la catena al collare che le aveva fatto indossare e la condusse fuori dalla porta, legandola al gancio. “Stai qui e fai la guardia! E togliti quella biancheria, sei una cagna e le cagne non indossano biancheria!” . Era la prima volta che la legava fuori, erano sempre stati attenti a che nessuno scoprisse il loro piccolo segreto, e le aveva sempre permesso di indossare la biancheria.
Aase lo guardò con uno sguardo nel quale si mescolavano perplessità, ansia, eccitazione, dolore ed umiliazione, ma lui la ignorò, portandole invece due ciotole di legno, vuote. “ Ora vado a mangiare, e spero tu abbia preparato tutto esattamente come ti ho chiesto. Quando avrò finito, se rimarrà qualcosa potrai mangiare gli avanzi .In tal caso verrai punita, perché gli avanzi significheranno che non avrò apprezzato il pasto. Se vuoi, puoi accucciarti un po’ finché non torno.” Detto questo, le diede una grattatina sotto il mento e rientrò, chiudendo la porta.
Aase era terrorizzata all’idea che qualcuno potesse vederla in quelle condizioni ma…. come poteva disobbedire al suo compagno, amante, marito e padrone? Si tolse la biancheria e la depose in un angolo, poi si accucciò sperando che Nils finisse presto di mangiare.
Dopo un paio d’ore, Nils non era ancora tornato ed Aase, che nel frattempo si era addormentata, sussultò udendo dei rumori tra le foglie. Proprio mentre cercava di coprire il proprio corpo così esposto, Nils uscì di casa e contemporaneamente dalla foresta sbucò Hakai, il suo migliore amico.”

Nils sussultò, cercando di nascondere persino a se stesso ciò che stava provando, il misto di emozioni così nuove, così autentiche come mai le aveva provate prima.L’eccitazione premeva tra i suoi pantaloni, ma la sua cultura di gnomo perbene, la sua mentalità gli impediva di ammettere quanto tutto ciò che Aase stava raccontando lo eccitasse.
Aase , indecisa se continuare o meno, vergognosa dei suoi desideri, s’accorse che il marito la stava ascoltando con il cuore oltre che con le orecchie, perciò decise di proseguire.

Aase si sentì avvampare, ma non ebbe il tempo di reagire poiché Nils, avendo scorto il suo tentativo di coprirsi, la sculacciò con cotanta forza che le venne da piangere.
Nel frattempo Hakai era rimasto interdetto, tra la foresta e la casa, osservando quella scena così insolita. Nils lo salutò e lo invitò ad entrare per bere qualcosa insieme.
Hakai esitava. Nils gli andò incontro, lo abbracciò ed iniziò a spiegargli la situazione. Mentre si dirigevano verso l’ingresso, Nils sussurrò qualcosa all’orecchio dell’amico, sulle cui labbra spuntò un sorriso repentino.
Giunti davanti ad Aase, Hakai la guardò negli occhi, salutandola con una carezza e girandole intorno, fino ad arrivare al suo deretano. Mise una mano nel solco e scese lentamente, sino a poter tastare con le dita l’umidità degli umori che colavano tra le gambe di Aase. Si voltò verso Nils e gli comunicò che poco prima Aase stava dormendo, poi torno a guardare l’amica negli occhi, le pose il dito e le ingiunse di leccarlo. Lei, stupita, guardò il suo padrone. Nils le tolse la museruola e le tappò il naso, costringendola ad aprire le labbra.”Hai sentito cos’ha detto ? LECCA!” .
Aase leccò, e Nils la premiò versandole nella ciotola qualche avanzo, senza punirla come invece le aveva anticipato. Lui ed Hakai rimasero fuori a chiacchierare finché Aase non terminò il proprio pasto, poi la slegarono e la condussero in casa. Hakai pregò Nils di terminare l’addestramento, poiché voleva parlare anche con lei. Aase quindi si recò in camera, si rivestì e scese in sala. Mentre lei era di sopra, il marito ed Hakai si erano accordati per addestrarla insieme, a giorni alterni.
Nils la prese in braccio e la coccolò, accarezzandole i capelli ed il viso, stringendola forte a se e strofinando intensamente il naso con il suo. Poi le spiegò quanto concordato con Hakai e le chiese se fosse d’accordo. Aase li guardò entrambi ed andando a strofinare il suo naso con quello di Hakai, accettò implicitamente l’accordo.

Aase, sebbene meno di prima, si sentiva ancora troppo vergognosa. Terminato il racconto rimase in silenzio, con lo sguardo rivolto ai suoi bei piedini per timore di vedere qualcosa di negativo negli occhi del marito.
Un silenzio di piombo era caduto tra loro, troppo imbarazzati per parlare.
Infine Nils si alzò, la prese per mano e la condusse in sala. Prese il collare di Aka, il loro lemming, e guardandola come fosse il gioiello più bello del mondo, lo strinse dolcemente attorno al suo collo.

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