La punizione di Elena di Blacklussury – RACCONTI dei LETTORI

Elena è la classica fighetta che sa di esserlo e si comporta di conseguenza tirandosela in maniera esagerata. Inoltre è la più grande della classe perché è ripetente e visti i suoi voti penso che l’esame di maturità mon lo passerà.
Il padre, il classico palazzinaro arricchito, all’ultimo colloquio con gli insegnati ha detto a tutto il corpo insegnati che se sarà bocciata la ritira da scuola e la manda a lavorare e questo lei lo sa benissimo ed è l’unica cosa che le fa realmente paura.
Alla vigilia dell’ultimo compito in classe si avvicina con fare da gatta morta e mi chiede come può arrivare alla sufficienza.
– Devi prendere almeno un sette, non avrai il sei matematico ma vedrò di premiare l’impegno
– Ma Prof io per arrivare a sette sevo fare due compiti.
– Allora andrai allo scrutinio col cinque.
– Prof lo sa che non mi posso permettere d’essere bocciata ?
– Certo tuo padre mi ha parlato di quello che intende fare.
– Senta Prof io sarei disposta a tutto,e lei mi capisce,pur di non farmi bocciare.
– Elena è inutile che cerchi di corrompermi e poi io ho gusti molto sofisticati.
– Cioè ?
– Sono un Padrone – le rispondo mentendo – a me la donna piace schiava.
– Su non faccia il cattivo con me non penso di meritarlo.
– Vedi di fare bene in compito in modo da non scendere a patti con me.
– Va bene Prof comunque le ho già detto che sono disposta a tutto e lei certo non mi fa paura.
Arriva il giorno del compito e mi sembra che Elena lo faccia d’impegno cosa mai vista.
Quando finiscono sono curioso di vedere il suo e inizio a leggerlo con curiosità.
In realtà ha scritto solo frasi sconce sul sesso e su di me.
A quel punto sono incazzato nero, vorrei portare il suo compito in presidenza e farla buttare fuori dalla scuola, ma poi penso ad una punizione più adatta per quella puttanella.
Io non sono sadico, quello che le ho detto è solo per farla spaventare e sperare che studiasse, ma adesso quel suo atteggiamento mi ha proprio fatto saltare i nervi.
Alla fine delle lezioni Elena si avvicina con una faccia da santarellina che proprio non le si addice e attacca bottone.
– Allora prof com’è andato il mio compito ?
– Lo sai benissimo è già un miracolo che non l’abbia portato in direzione.
– Ma lei ci tiene tanto a fare sesso con me ?
– Se lo vuoi sai quali sono le condizioni decidi tu.
– Certo che conosco le condizioni ora sta lei dove e quando.
– Facciamo sabato a casa mia vieni alle quattro e di ai tuoi che mangi fuori, inventati quello che vuoi perché si farà tardi.
– Va bene però le dico che per le due devo essere a casa sennò i miei si incazzano di brutto.
– Stai tranquilla per quell’ora sarai a casa al limite ti riporto io.
Ho tre giorni per prepararmi a quello strano appuntamento e non so che fare.
Decido di chiamare Vittoria, l’unica persona alla quale possa chiedere aiuto, e raccontarle tutto anche per avere qualche consiglio.
– Certo Marco che non ti facevo sadico e pedofilo.
– Ha quasi diciannove anni e poi se l’è andata proprio a cercare.
– Senti ti posso procurare un po’ di roba tipo fruste e simili da un’amica, qualche vibratore dalla mia collezione personale e un paio di Dvd, così ti fai qualche idea.
– Sei la mia ancora di salvezza.
– Lo so e so anche come farti ricambiare il favore, domani ti porto tutto a casa tua.
– Grazie Vic a buon rendere.
E’ arrivato sabato.
Ho preparato tutta l’attrezzatura in camera da letto dopo aver passato l’ennesima notte a visionare Dvd sadomaso e credo di avere le idee ben chiare.
L’unica paura è quella di farmi prendere la mano, ma cerco di non pensarci.
Alle quattro e un quarto Elena suona alla mia porta.
– Iniziamo già male sei in ritardo.
– Su Prof non faccia così c’era traffico.
– Chiariamo subito le cose. D’ora in poi mi chiamerai Padrone e parlerai solo te lo chiedo. Puoi chiedermi di smettere quando vuoi solo che in questo caso ti darò il voto che ti meriti. Ogni sbaglio da parte tu sarà punito come meglio credo. Hai capito.
– Si
– Come ti ho detto di chiamarmi ?
– Si padrone – mi risponde abbassando la testa.
– Bene ora andiamo di la che ti devo già punire per il ritardo.
Appena entriamo in camera lei vede quello che ho preparato sul comò e si irrigidisce per la paura.
– Non avrà intenzione di usare tutta quella roba su di me ?
La prendo per i capelli e la spingo a terra.
– Come ti ho detto che mi devi chiamare puttanella ?
– Padrone.
– E quando devi parlare ?
– Quando me lo chiede lei Padrone,mi perdoni.
– Userò quello che meglio credo ora spogliati lentamente.
Elena inizia a spogliarsi, in realtà ha solo maglietta e gonna più l’intimo, mentre io mi siedo su una poltrona.
Quando ha finito si porta le mani sulle parti intime, si vede che si vergogna e io ne godo.
– Metti le mani suoi fianchi e inizia a girati su te stessa finché non ti dico di smettere.
Lei esegue e io posso osservarla bene.
E’ decisamente una bella ragazza con le giuste misure e ora che non ha più quell’aria sfacciata mi eccita ancora di più.
– Ora vieni qui che inizio a sculacciarti per il ritardo.
Quella che adesso è la mia studentessa preferita si siede sulle mie gambe mostrandomi il suo culo.
Inizio a palparlo,è sodo come il marmo poi le tiro la prima manata sulla natica.
– Ahi
– Chi ti ha detto di aprire bocca ?
– Nessuno Padrone.
– E allora perché lo hai fatto.
– Mi è scappato Padrone.
– Se comici a fare casino sarò costretto a metterti la museruola lo vuoi ?
– No Padrone.
Riprendo a palparla e le mollo la seconda manata.
Lei inarca la schiena ma non emette un fiato.
Visto che ha capito continuo a prenderle le chiappe in mano per stringerle e a sculacciarla sempre più forte, ma senza esagerare. Ora il suo culetto è bello rosso e a ogni colpo diventa sempre più sensibile. Però non penso che basti viste tutte le cavolate che ha combinato.
Quando prendo un paddle in cuoio vedo la paura nei suoi occhi.
– Ha intenzione di fare casino o no ?
– No Padrone.
– Bene vediamo se sai mantenere la parola.
Appoggio la pala di pelle sulle chiappe e inizio a strusciarcela contro, poi la faccio passare di taglio nell’incavo delle cosce. Elena ha un fremito segno che apprezza quel tocco e io continuo col quel fare. Le passo la mano sulla fica che è bagnata e le metto due dita dentro che scivolano senza alcun ostacolo.
– Sei bagnata come una cagna in calore.
– Si padrone.
– Allora ti piace subire ?
– Si Padrone.
– Ma chi vuol godere deve prima soffrire.
Le do il primo colpo con il paddle poi riprendo a strusciarlo sul culo.
Poi le faccio passare l’altra mano sotto la pancia e comincio a sditalinarla e riprendo a batterla.
Elena ormai gode e non fa niente per nasconderlo mentre io mi arrapo sempre di più.
Ormai è un crescendo di colpi di pala e di dita fino a che non raggiunge un orgasmo improvviso e violento.
– Ma allora godi a prenderle ?
– Non mi era mai successo prima ma è vero ho goduto ad essere punita Padrone.
– Ora inginocchiati davanti a me.
Quando si alza il suo sguardo va sul mio cazzo ormai in erezione da troppo tempo. Lo tiro fuori e lo metto a pochi centimetri dalla sua bocca.
– Apri quella bocca e prendilo tutto – le ordino.
Lei inizia a prenderlo in bocca ma non fino in fondo come piace a me.
Allora le afferro i capelli e inizio a chiavarla in bocca fino a sentire la sua faccia contro la mia pancia.
– Prendilo troia che questo è solo l’inizio e mi raccomando di bere tutto sennò mi incazzo sul serio.
Lei non può rispondere ma continua quel pompino forzato. Non le do fiato, muovendole la testa avanti e indietro fregandomene di lei, voglio solo riempirle la bocca di sperma.
Alla fine raggiungo l’orgasmo con una copiosa sborrata che le riempie la gola ma continuo a tenerle la testa schiacciata contro di me e non può che mandare giù tutto.
– Bene ora che mi sono scaricato possiamo riprendere con le cose serie.
– Ma Padrone non basta quello che mi hai fatto ?
– Quello è stato solo un assaggio ora viene il bello, ma stai tranquilla che troia come sei godrai lo stesso e poi vedo che subire ti piace.
Le lego le gambe per aperte ad un bastone per impedirle che possa chiuderle durante il nuovo trattamento punitivo. Poi l’ammanetto e la aggancio sopra il montante della porta.
Fra le fruste che mi ha portato Vittoria c’è un gatto a nove code con delle corte strisce di cuoio ma appena Elena me lo vede in mano comincia a supplicarmi.
– Ti prego Padrone quello mi farà male sul serio.
– Allora devi deciderti perché ora ti imbavaglio, sennò chissà il casino che fai, se ti vuoi fermare devi dirmelo adesso, ma sai le conseguenze, quindi dimmi quello che vuoi fare e subito.
– Va bene Padrone imbavagliami pure.
Prendo il bavaglio e glielo stringo forte.
Poi afferro la frusta e comincio a sfiorarle le chiappe con le estremità.
Lei non si muove finché non la colpisco duro su una natica, allora si alza sulle punte come a voler scappare da quelle frustate solo che il bastone che ha tra le gambe è più lungo della porta e le impedisce ogni movimento.
Continuo così tra colpi di striscio e colpi veri sempre sul culo che ora sta diventando viola.
Ogni tanto la colpisco dal basso in mezzo alle gambe centrando in pieno il suo sesso senza che lei reagisca in qualche maniera.
Vado avanti finché non ha tutto il culo viola scuro e non riesce più a reagire alle frustate più violente.
Allora le passo una mano sul solco delle chiappe e inizio a masturbarle il culo dopo averle tolto il bavaglio perché voglio sentire di nuovo la sua voce.
– Ora cara puttanella ti romperò il culo e tu non dovrai fiatare.
– Ti prego Padrone lì sono ancora vergine.
– Non ci credo che una puttana come te non l’ha mai preso nel culo.
– Ma è vero Padrone ho sempre avuto paura.
– Allora preparati alla tua prima volta.
Le sgancio le manette e lei cade sulle ginocchia a terra.
– Metti le mani in avanti e il culo per aria.
Lei obbedisce sapendo che non ha alternative e prendo a sputarle sul buchetto, poi la penetro con un dito.
– Ahi
– Vuoi il bavaglio di nuovo ?
– No Padrone solo che fa male.
– Non me ne importa niente, all’inizio ti brucerà ma poi vedrai che godi sei solo una vacca da monta.
Continuo a sputarle sull’ano e a far entrare il dito fino a quando non decido che è pronta.
Piazzo il cazzo sul buco e faccio entrare la cappella.
Lei si lamenta è stretta e lo sento ma continuo.
Pian piano faccio entrare tutta la mazza mentre lei piange di dolore.
– Muovi il culo puttana non vorrai farmi fare della fatica inutile solo per incularti.
– Mi brucia tutto.
– Lo sai come mi devi chiamare schiava – le dico dandole una manata su una chiappa – e muovi sto cazzo di culo.
Lei prende a muoversi lentamente facendo forza sulla braccia poi si vede che inizia a piacerle perché aumenta l’andatura.
– Vedi che ti piace puttana, hai già preso gusto a farti sfondare il culo.
– Siii mi brucia ma è bello.
– Allora muoviti prima che riprenda la frusta.
Continuiamo così per un pezzo, poi sento che sto arrivando e le afferro i fianchi per poterla sfondare ancora di più.
– Prendilo tutto troia
– Si dammelo fino in fondo.
– Fai tanto la fighetta e poi ti fai fare di tutto ora ti riempio il culo di sborra.
– Ancora ti prego sfondami.
– Vengo si ah.
Le vengo dentro riempendola peggio di un clistere.
Siamo tutti e due un po’ stanchi e mi concedo un po’ di tregua dopo che lei mi ha pulito il cazzo a colpi di lingua.
Sono soddisfatto di quello che le ho fatto finora, inoltre ho scoperto che non le dispiacciono quei trattamenti e ora mi sento pronto per un nuovo round.
– Allora Elena adesso mi occuperò delle tue belle tette e della tua fica.
– Si Padrone fai quello che vuoi.
– Bene vedo che hai capito come funziona, ora alzati in piedi e metti le mani bene il alto dietro la schiena, non voglio legarti voglio che rimani in posizione da sola, se ti muovi verrai ulteriormente punita è chiaro ?
– Si Padrone è tutto chiaro.
Lei si mette come le ho chiesto davanti alla porta,ha ancora il bastone che le tiene aperte le gambe e questo impedisce i suoi movimenti, ma ormai obbedisce ad ogni mio ordine ed è questo quello che mi interessa. Le passo dietro e prendo a palparle le tette, ha una terza abbondante e fatico a tenerle tutte in mano. Inizio a stringerle sempre più forte finché non le scappa un mugolio di dolore.
– Lo sai che devi stare zitta – le ricordo tirandole uno schiaffo ad una tetta.
– Ma mi fa male Padrone.
– Ma a te piace il dolore quindi non mi fare incazzare sennò ti frusto la fica a sangue.
Per farle capire che non scherzo prendo una bacchetta di bambù e gliela struscio sulla fichetta.
Ma mi diverto di più a stringerle tette e capezzoli e poi ho paura di farle male sul serio con quel bastoncino.
Elena però sembra gradire il trattamento e allora le do dei piccoli colpi sul sesso e lei si eccita ancora di più. Adesso ha il fiato corto e tira fuori dei piccoli gemiti di piacere.
– Tanto per cambiare ti piace quello che ti faccio vero puttana ?
– Si Padrone mi sto eccitando.
– E lo vedo sei di nuovo bagnata vuol dire che ti scoperò fino a toglierti la voglia di cazzo per un bel pezzo.
– Padrone fai quello che vuoi ormai non resisto.
– Non ci provare sono io a decidere quando ti devo chiavare.
Prendo a masturbarle la fica e a picchiarla piano sul seno, ormai è un lago e i suoi umori le scorrono sulle gambe senza ritegno.
– Spostati contro il muro e mettiti a novanta e metti le mani in avanti.
Ubbidisce subito e io le metto in cazzo già duro sotto la fica per eccitarla ancora di più.
Poi punto la cappella sulla passera e la penetro violentemente come se volessi aprirla del tutto.
– Godi baldracca e fammi sentire quanto ti piace il mio cazzo.
– Tanto Padrone continua ti prego.
– Stai tranquilla ti monterò fino a che la tua fica del cazzo non bruci.
La chiavo come un indemoniato è tanto bagnata che è come scopare in un barattolo di vasellina.
Il pene non fa nessuna fatica ad entrare e uscire e provo poco piacere da quella situazione ma tantè continuo a sbatterla. Ogni tanto lo tiro fuori e l’asciugo contro le sue chiappe fino a quando non sento un minimo d’attrito rimettendolo dentro. Ora godo di più, sento le pareti della fica più asciutte e più resistenti alle mie bordate.
– Hai finito di allagarti eh troietta.
– Padrone continua ora lo sento tutto ed è bellissimo.
– Lo so che ti piace prendere il cazzo.
– Uhhhmm … sì.
Andiamo avanti così per un pezzo, stando in piedi faccio fatica a raggiungere l’orgasmo e poi piace a tutti e due. Alla fine sento che sto per venire anche perché non ce la faccio più.
– Ora ti riempo la fica ti piace.
– Si padrone sborrami dentro.
Le do ancora qualche colpo voi le vengo dentro.
Rimaniamo così finché non mi stacco da lei con dispiacere.
– Lo sai quello che devi fare ora.
Lei non mi risponde, ma si gira e piegandosi mi ripulisce di nuovo il cazzo con la lingua.
– Brava Elena vedo che hai imparato ora meriti un premio.
Le tolgo il bastone dalle gambe e le dico di andare in bagno a pulirsi mentre io vado a bermi qualcosa.
– Allora che ne dici di cominciare a riscrivere il tuo compito ?
– Va bene Padrone.
– Brava così nel frattempo ci riposiamo un po’.
La faccio sedere e comincio a dettarle il compito mettendo qualche errorino per non farlo perfetto perché non sarebbe realistico. Mentre le faccio fare lo scritto non le tolgo gli occhi di dosso, la desidero ancora, ma in maniera diciamo più convenzionale, ma non voglio togliermi quel ruolo di autorità che mi sono creato. Quando ha finito mi viene un’idea che reputo niente male.
– Bene ora che hai finito ti do l’opportunità di uscirne ancora sana, vuoi sentire la mia proposta.
– Certo Padrone.
Io mi andrò a sedere sul divano e senza che ti debba dire niente dovrai farmi godere parecchio, se ci riuscirai non ti punirò ulteriormente in caso contrario ti aspetta la frusta hai capito bene ?
– Si padrone si vada a sedere quando vuole.
Mi fumo prima l’ennesima sigaretta anche per farle salire un po’ la tensione, poi una volta spenta mi metto comodo al centro del divano.
Elena si inginocchia davanti e mi apre delicatamente le gambe facendomi scivolare più in basso.
Comincia quindi a leccarmi le palle e il buco del culo con fare lento come se non avesse fretta.
La sua mano mi tiene il cazzo in alto mentre la sua lingua mi passa su ogni punto dei genitali e dell’ano. Poi lascia la mano e comincia a salire verso la cappella riservando al cazzo lo stesso trattamento riservato poco prima alle palle.
Vuole eccitarmi e farmi godere il più possibile i suoi colpi sono lenti ma intensi e ora anche le labbra cominciano a farsi sentire sulla mazza ormai dura.
Inizia a prenderlo in bocca facendolo scivolare in tutta la sua lunghezza mentre la lingua ci gira intorno. Se non avessi già avuto diversi orgasmi sarai già venuto tanto è brava ad usare la bocca, è proprio una pompinara esperta non c’è che dire.
Quando l’ha bagnato tutto mi sale sopra facendolo entrare nella sua fica anche lei umida per l’eccitamento. Prende a scoparmi crescendo d’intensità man mano che passa il tempo. Godiamo tutte e due in quel rapporto dove ormai i ruoli si sono invertiti adesso è lei a dettare i tempi, ma non m’importa per nulla.
Quando sente che sto arrivando si alza e si gira mostrandomi il posteriore ancora rosso per i colpi che ha ricevuto prima.
Si piega fino a raggiungere il cazzo con la bocca e prende a insalivarlo in maniera copiosa mentre inizio a capire quello che vuole fare.
Quando il pene è bello ricoperto del suo liquido si abbassa prendendolo nel culo.
Anche se bagnato e lei già sfondata il buco offre una certa resistenza ma lei sembra non sentire alcun dolore e il cazzo sparisce ben presto nelle sue chiappe.
Adesso e tutto dentro e Elena si lancia all’indietro venendomi addosso poi prende la mia mano e la porta sulla fica e inizio a toccarle quel sesso ancora pieno di voglia.
Facendo leva sulle gambe riprende a cavalcarmi, è un movimento lento ma non troppo che mi fa godere moltissimo fino a quando non le vengo dentro con pochi schizzi.
L’ex schiava si ferma anche lei ha raggiunto l’orgasmo e senza dire nulla scivola dal pene per ripulirlo con la lingua.
– Come sono andata Padrone – mi chiede timidamente.
– Sei una gran troia che sa far godere un uomo.
– Allora Padrone sei soddisfatto di me ?
– Certo stai tranquilla hai superato l’esame ora ordiniamo due pizze e poi vediamo il da farsi, ma senza punizioni.
Quando arriva il cibo lo sbraniamo dalla fame poi riprendiamo a fare sesso fino a quando non la riaccompagno a casa.
Quando arriviamo davanti al portone mi viene un dubbio.
– Ma Elena a te mancano altre due materie e fra l’altro con professoresse donne.
– Certo ma lei ha presente la prof Simeoni ?
– Chi quella che sembra uscita da un film sul sessantotto?
– Si proprio lei se non lo sapesse è lesbica.
Scende dalla macchina con un sorriso mentre io rido da solo come uno stupido.
Chiunque voglia inviarmi commenti o critiche è ben accetto.
Il mio indirizzo è
blacklussury@gmail.com

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