NON ANDARTENE DOLORE

Da qualche parte, nella mia mente, stava e sta questa poesia.
Ed oggi è tornata a “galla”.
Parla del dolore.
C’è dolore e dolore.
Non amo il dolore “inutile”, quello che non fa andare avanti, quello che trattiene. Quello che sembra annientare.
Quello che, a volte, diventa una scusa per non vivere davvero, per non assumersi responsabilità, per non fare delle scelte.
Non mi crogiolo quindi di fronte a storie finite, persone che decidono di scegliere altre strade.
Soffro, mi interrogo, ma poi lascio andare questo dolore.
Lo libero nel vento, ed anche io così posso essere più leggera.
Senza questi pesi si vive meglio.
Ma c’è anche altro dolore, ed a questo altro penso nel leggere la poesia.
E’ il dolore che avverto ora, che vorrei non andasse via.
E il dolore dato dalle Sue mani, dalla Sua mente.
E’ un dolore diverso, “buono”, anche se difficile a volte da sopportare.
E’ un dolore che fa sentire piu’ leggeri, che non ha razionalità, che piega la carne ad altri voleri, che appartiene ad una dimensione altra…
La schiena segnata, piacevolemte dolente, che appoggio ripetutamente allo schienale della poltrona, per far rivivere piu’ intensamente il dolore.
Il ricordo della frusta, dei colpi duri, dolorosi, dal primo all’ultimo.
Ma tutti desiderati intensamente, anche se mal sopportati.
I colpi vengono da Te.
Il Tuo male.
Il Tuo dolore.
Il mio desiderio.
Il sedere è indolenzito, “gonfio”.
Lo avverto ancora caldo anche attraverso i jeans.
Sfioro le parti ed il dolore si riaccende.
E’ stata dura.
Legata sul lettino, i miei lamenti, il mio “ballo” quando la frusta arrivava sul sedere già arrossato.
Non hai avuto il minimo tentennamento, e la frusta colpiva decisa, forte, dove prima già altre mani avevano colpito a lungo.
Dicevo no, ma mai per un attimo la mia mente ha smesso di desiderare i Tuoi colpi.
Solo il mio corpo diceva no, ed ancora ho vissuto questo dualismo, questa fatica ad assoggettare il mio corpo ai desideri della mia mente.
E della Tua.
Ora rimane questo dolce dolore, il ricordo della voglia, della fatica, l’eccitazione ed il desiderio di altro dolore.
Sì, voglio ancora il Tuo dolore.
Anche se a volte è così difficile, forse è per questo che lo amo così tanto.
Non andartene dolore.
dafne
Non voglio che tu te ne vada
( Pedro Salinas)
Non voglio che tu te ne vada,
dolore, ultima forma
di amare.Mi sento
vivere quando mi fai del male
non in te, né qui, più lontano:
nella terra, nell’anno
da dove vieni tu,
nell’amore con lei
e tutto ciò che fu.
In questa realtà
sprofondata, che si nega
a se stessa e si ostina
che mai è esistita,
che fu solo un mio pretesto
per vivere.
Se non mi rimanessi tu,
dolore, incontrastabile,
io lo crederei;
però mi rimani tu.
Che tu sia realtà mi da la sicurezza
che niente fu menzogna.
E fin quando io ti sento,
tu sarai per me, dolore,
la prova di un’altra vita,
in cui non mi affliggevi.
La grande prova, a distanza,
che esistette, che esiste,
che mi amò, sì,
che ancora la amo.
Dafne

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