Carovana di schiave

 

I giochi di ruolo riescono a trasformare anche tristi realtà in qualcosa di piacevolmente eccitante.
Una foresta o se vogliamo un nostrano bosco in posto solitario e privo di viandanti o contadini, un po di grosse corde, qualche palo di legno tondeggiante ma anche almeno due schiave che seminude obbediscono agli schiavisti che le trascinano, scalze, nel posto dove saranno vendute all’asta. Ma prima seviziate e prese per il piacere dei loro “conducenti”.
La fantasia messa al femminile

BDSM all’aperto – Femdom 1

Un bosco, un prato, una radura sono posti dove di solito una donna va vestita sportivamente. Shorts, scarpe da ginnastica, maglietta, uno zainetto. Che effetto fa vederla con un vestito elegante e il massimo è vederla che con un guinzaglio tira un uomo tutto nudo.
Già qui abbiamo una situazione di CFNM non da ridere.
Il povero sventurato schiavo, nudo,

BDSM all’aperto 2 – Giochi di ruolo con sevizie

Un dungeon o una camera da letto possono essere comodi ma certe volte insufficienti e limitanti.
Voglia di un gioco di ruolo dove lei è una prigioniera catturata nella foresta.
Ehmmm che bello! Per lui e anche per lei che si può trovare proiettata in una dimensione inconsueta dove il senso della impotenza e della resa sono centuplicati dall’ambiente sconosciuto e si spera selvaggio e solitario.
Un albero, dei rami, qualche corda di canapa

BDSM all’aperto – il mare

 

Fa molto caldo. Voglia di mare e di aria e di boschi e di verdi foreste. Ma anche giardini possibilmente con piscina.
Se poi dentro questi posti innocui ci sono strane persone … dalle strane idee … ancora meglio!
Inizio qui una serie di foto accomunate dal tema “all’aperto”.

l primo tema non poteva che essere il mare e la barca.

In barca ci sono cime (corde) in abbondanza e agganci molto solidi che si possono sfruttare in tanti modi. Per chi è veramente esperto di bondage e sospensioni in barca ci va a nozze.

Sculacciare non è più un problema di classico e inconfondibile rumore che passa le pareti. Qui gli spazi aperti sono un invito a andare avanti finchè la mano di chi sculaccia

Calcabrina

Alle feste non lo vedremo più né lo leggeremo nei vari forum e community dove non mancava di far sentire il suo pensiero.
Calcabrina è morto due giorni fa dopo lungo penare per un tumore al pancreas. Tre anni fa il suo annuncio agli amici. Ma ha continuato, nonostante le pesanti cure, ad essere ben presente sulla scena dimostrando grande forza d’animo e serenità. Raccontando a chi gli chiedeva e mai piangendosi addosso.
Queste poche righe per i tanti che l’hanno conosciuto di persona e per i tantissimi che l’hanno conosciuto solo virtualmente.
Calcabrina – persona simpatica a molti ma non a tutti – è stato uomo importante per la scena BDSM italiana. Ha scritto tantissimo da tutte le parti e sul forum di Gabbia è stato attivissimo per far sentire il suo pensiero improntato a grande serietà, consapevolezza, rigore. Sicuramente è stato formativo per tanti giovani che in questi anni si sono avvicinati al nostro mondo spesso o spessissimo con grande superficialità. Lui ha voluto essere da contraltare incurante di finire bersaglio di molti. Ma anche molto amato e apprezzato per la sua competenza e per il suo parlare solo di ciò che sapeva per avere sperimentato. Come dire l’esatto contrario

Sono una Cuckquean

Tempo addietro (pur essendo curiosa) per varie ragioni non mi azzardavo nè praticare nè condividere neanche le “perversioni” più comuni figuriamoci quelle ricercate e insolite.
Grazie però al mio compagno attuale, oggi mi sento libera ad esprimere e soddisfare i miei desideri.
Sappiamo tutti che il fenomeno cuckold è oggi molto diffuso in tutte le sue sfumature.
Ma quello in versione femminile? Si, c’è anche questo! si chiama Cuckquean ed è quando la donna

Il gioco della visita medica

Sarà capitato a tutti di giocare da bambini alla “visita medica” probabilmente sotto l’influsso dei primi albori della sessualità e certamente della curiosità delle “differenze” tra bambino e bambina, che non ci erano chiare ma per cui sentivamo una innata attrazione…
Allora era un gioco esplorativo e morboso, talvolta erano più attivi i maschietti, talvolta le femminucce, poi con la pubertà ogni cosa si è chiarita e confusa al tempo stesso: chiariti gli impulsi ma confusi i modi di soddisfarli e soprattutto se era lecito soddisfarli…

Spunti dall’esperienza di Educatore Severo

Sono circa tre anni che, grazie alla cortesia di Fulvio Brumatti, BloGabbia ospita i miei articoli sulla correzione corporale Men2Men. A questo punto del mio percorso ritengo utile tirare qualche somma. Sin nel primo articolo spiegavo che la mia scelta di target corrispondeva a una specie di scommessa, cioè la corretta identificazione da parte mia di una nicchia di domanda potenziale cui non vedevo adeguata risposta né tra gli annunci Men2Men né tra quelli Spanking, specificando che la scelta non era motivata da ragioni di interesse sessuale, vista la mia natura etero. Tratteggiavo anche alcune “categorie tipiche” tra i rispondenti ai miei annunci. Rispetto ad allora, la mia esperienza pratica è più che raddoppiata e ad essa si è aggiunta un’interessante e stimolante corrispondenza epistolare (commenti e email private) tra me e il “lato della domanda”.
Oggi, con più di 40 allievi trattati e un

Workshop di Fustigazione

 

Seminario tenuto da Adam e Fulvio Brumatti.

Saper usare bene gli strumenti per la fustigazione è cosa importante per quasi tutte le persone Dominanti.
Nel 90% dei casi di una sessione o di un incontro SM qualche colpo di frusta ci scappa sempre.
Diamolo bene.
A costo di apparire supponente dico la verità: raramente mi capita di vedere una buona fustigazione con colpi dati in modo corretto. Ci sono eccezioni e ci sono ovviamente i maestri di fruste lunghe, ma appunto sono i maestri e non comuni praticanti.
Quasi tutti hanno la percezione di non saper usare le fruste lunghe, ma di saper invece usare paddle, cane, flogger, frustini ossia

FemBond(er), CKC e Nautilus Milano

Il Club Kitan Club ospitato dal Nautilus Club presenta (con un certo e malcelato orgoglio) il primo seminario Italiano di bondage dedicato ESCLUSIVAMENTE alle donne che legano: FemBond(er) Day

Una corda fa la differenza?

A volte sì.

Sempre più spesso, durante le feste, durante gli eventi, i munch, gli aperitivi, mi si avvicinano ragazze e mi chiedono “potrei provare”? Ok, provare, soprattutto ad un peer rope, è come dire “potrei respirare?” quando si va per sentieri di montagna. Li hanno fatti apposta per respirare, quelli, con i cartelloni rustici in legno e le distanze in chilometri dal primo rifugio.

Ma qui viene il bello perché, ormai è statistica quasi consolidata, il 50% del “provare” non si riferisce al “provare ad essere legata” ma “provare a legare”.