avere voglia del dolore…

Avere voglia del dolore…
Ogni tanto ci penso, mi sembra ancora strano certe volte, ma è così.
Ma non è un dolore qualsiasi, non ho voglia di dolori qualsiasi.
E’ come se la mia pelle, il mio corpo, la mia anima e la mia mente abbiano “imparato” ad avvertire il dolore in maniera diversa.
E non desidero un male qualsiasi, non riconoscerei come desiderato un male perchè urto un mobile, mi duole un dente, mi pestano un piede.
Sarebbero dolori estranei, estranei alla mia pelle, al mio corpo, alla mia anima e alla mia mente.
Nulla di me li riconoscerebbe come dolore “buono”, ma come una lingua non capita, avvertita come fastidiosa, che non puo’ comunicarmi nulla.
Il male fisico non è tutto uguale.
No, il dolore non è tutto uguale.
Ed io ho voglia di quello che mi sa dare lui.
Sentire il piacere che prova nel farmi male, eccitarmi della sua eccitazione, impaurirmi della sua determinazione ma non volere nulla di meno.
Sapere che lui decide il male che mi farà, nonostante le mie suppliche, le mie sfide, la mia rabbia.
Avevo voglia di dolore oggi.
” Prenditi un capezzolo e stringilo forte!”
Sono al telefono, lui mi sta ordinando di farmi male.
Di essere le sue mani, e parlare al mio corpo come farebbe lui.
Lui intanto parla alla mia anima e alla mia mente.
Sono seduta in bagno, sul coperchio del w.c.
Mi scopro rapidamente il seno sinistro, lo tiro fuori dal reggiseno e lo lascio libero sopra la maglietta.
Afferro il capezzolo , pollice sopra, indice e medio sotto.
Lo titillo un po’, e poi stringo.
Ho un brivido di eccitazione.
” Ho detto di stringere forte”.
Ma com’è che le mie mani non mi danno lo stesso dolore?
La mia pelle, il mio corpo, riconoscono che non è il suo dolore.
Sono eccitata però. Cerco di immaginarmi le sue mani.
Subito le mie stringono di piu’.
“Devi stringere piu’ forte ho detto!”
Stringo, stringo piu’ forte.
Ora mi faccio male, ora il male assomiglia al suo. Assomiglia, non è il suo suo. Il mio corpo lo sa.
Non riesco a trattenere un gemito mentre le mie dita stringono.
“Stringi ancora!”
La sua voce lascia trasparire l’eccitazione, sento il suo desiderio di farmi piu’ male e sentirmi soffrire.
Sento il mio desiderio di dolore aumentare, così come la mia eccitazione.
Se lui fosse con me gli chiederei di farmi piu’ male.
” Stringi di piu’ e usa le unghie”
Ahi ahi non ce la faccio…
Com’è che il dolore ferma la mia mano? Eppure lo desidero.
” Ho detto di stringere con le unghie, forte”
Stringo, mi faccio male, gemo…:- per favore fammi lasciare- imploro
” Piu’ forte, le mie unghie ti farebbero piu’ male!”
E’ vero, le sue unghie mi farebbero piu’ male. Le vedo, le sento e stringo ancora mentre il dolore sale, sale.
“lascia e passa all’altro!”
Scopro l’altro seno, lo tiro fuori, penzola sulla maglietta.
“Stringi bene”
Sì stringo. Subito forte, subito il mio corpo riconosce quel dolore, subito ne desidera altro.
-AAHIIII-
” Adesso stringi e gira! Subito!”
Come ha fatto a capire che esitavo?
Stringo subito, una fitta di dolore che si ripercuote con una contrazione violenta di piacere alla mia figa.
Fammi male, fammi male, la mia mente lo vuole.
Il mio corpo lo vuole.
” Prendi il capezzolo e tiralo forte, forte, tira tutta la tetta”
Eseguo, la mia mente afferrata dalla sua voce e dalle sue parole.
” Ho il cazzo durissimo, sai dove dovrebbe stare”
E lo vedo, subito, nella mia mente.
Lo ammiro. E’ bellissimo. Un cazzo da adorare.
Sì, so dove dovrebbe stare.
Nella mia bocca, a consolarmi del dolore.
Nella mia gola, incurante delle mie reazioni, per il suo piacere.
– Sì, lo so-
” Dillo allora, dillo dove dovrebbe stare”
Ma la mia voce esita, sono in imbarazzo.
“Toccati sotto, prendi il clitoride e stringi”
Non ce la faccio a farmi male lì, per favore, ti prego.
– Devi farti male! STRINGI!-
Mi costa molto, ma stringo. Non sul clitoride direttamente, lo afferro attraverso le labbra e stringo.
Mi faccio male, ma non troppo.
E’ che semplicemente non riesco piu’ di così.
“Ti metterò a cosce larghe, figa aperta, e ti frusterò a lungo, forte”
So che lo farai, ed io urlerò.
Questo pensiero mi eccita ancora di piu’.
Contrazioni di piacere, gocce di pipì escono involontariamente, come sempre mi accade quando il piacere è forte.
” adesso accarezzati e masturbati”
Non lo faccio mai toccandomi, preferisco i miei giochini, mi danno piu’ piacere.
La tua voce su quello che mi farai al prossimo incontro, come mi frusterai e torturerai, non fanno che accrescere la mia eccitazione ed il mio desiderio di essere frustata, torturata, usata.
Fammi tutto quel che vuoi.
Il piacere aumenta.
Altra pipi esce. Te lo dico, tu lo sai che è così e godi del mio imbarazzo.
Guardo la pipì sul coperchio del water, mi passa per la testa che poi dovrò pulire.
” continua!”
Continuo.
Mi dici ancora che il tuo cazzo è durissimo e che mi frusterai.
La mia bocca si apre, è lì il suo posto, e lì ora me lo immagino, mentre il piacere aumenta.
– hai goduto con la mano troietta…-
Non lo domandi, me lo dici.
Sì.
Domani però mi masturbo coi miei giochini.
Non gli ho chiesto il permesso.
Ma mi masturberò.
Prima mi stringerò i capezzoli forte, come fa lui.
Come stasera.
No, non è tutto uguale il dolore.
Grazie per questo dolore buono.
La mia pelle, il mio corpo , la mia anima e la mia mente ne avevano bisogno.
Dafne

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