la fustigazione

La fustigazione.
La frusta.
Pratica e strumento del SM per definizione, la mia definizione almeno. Poi so bene che non è così, che ci sono altre pratiche e strumenti.
Ma se penso al SM, se penso ad una sessione, una punizione, una tortura, subito la mia mente pensa alla frusta.
La “vedo”, la “sento”, la voglio.
Un corpo nudo, legato, il mio.
L’attesa, vogliosa, timorosa, consapevole.
Il Suo braccio che si alza e poi si abbassa, e la frusta in mano.
Il sibilo.
La frusta sulla mia pelle.
L’impatto, il dolore.
Trattenere il respiro.
No, respirare, rilassarsi…
I segni sulla pelle, da guardare, da ammirare, da sfiorare con le dita.
” Ti frusterò!”
I segni sulla pelle, da guardare, da ammirare, da sfiorare con le dita.
” Ti frusterò!”
Sentire queste parole mi eccita. Avvertire nella voce la Sua eccitazione contenuta mentre mi dice questo mi fa desidere di essere frustata.
Frustata…
Frustata…
” Frustami per favore”.
Lo desidero.
Lo temo.
Lo cerco.
Lo rifuggo.
Ma Tu frustami.
Tanto.
Forte.
E poi ancora di piu’.
La frusta mi rende docile, la frusta mi piega, mi dispera, mi fa desiderare il Suo cazzo in bocca per consolarmi.
Odio ed amore, piacere e dolore, desiderio e rifiuto, sfida e sottomissione…e passare da un’emozione all’altra, da un sentimento all’altro, fino a non capire piu’…
Non capire piu’ quello che provo, quello che voglio.
Continua,
fermati,
basta,
non ce la faccio,
per favore no.
Ridere, piangere, chiedere.
Supplicare, implorare.
La mente è avanti, sempre un po’ piu’ piu’ avanti di quello che il corpo puo’ sopportare,
ma Tu frustami.
Anche se dico no,
anche se ho paura
anche se evito i colpi.
Prendi la mia mente,
Legami piu’ stretta e frustami ancora.
Ne ho bisogno.
Sì, amo davvero la fustigazione, e la odio anche. Ero partita con l’intenzione di ricordare una fustigazione precisa, ma poi le dita sono scivolate diversamente sulla tastiera. Ma lascio così.
Dafne

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