l'incontro delle mie due ancelle


Non ho mai voluto che si vedessero . Sapevano l’una dell’altra , ma non ho mai voluto che si vedessero prima di quel momento.
E anche in quell’istante la luce era stata volutamente ridotta al bagliore di poche candele sul pavimento della stanza. In questo modo la loro curiosità poteva essere soddisfatta solo dal muoversi delle forme dei loro corpi , ma in alcun modo avrebbero ancora potuto guardarsi negli occhi.
Era stato imposto loro il silenzio. Prima delle indicazioni che erano state fornite ad entrambe era infatti il divieto di parlare.
Una di loro aspettava al centro della stanza ,inconsapevole dell’incontro che di li a poco avrebbe avuto.
L’altra era appena entrata nella stanza , con me che l’accompagnavo a scoprire di chi fosse il respiro che faceva distintamente trapelare l’emozione di cui pregna era la stanza.
La fermai di fronte a lei . E i loro respiri iniziarono a fondersi fino a diventare uno solo .
Nulla potevano vedere l’una dell’altra se non l’ombra della fisionomia svelata a tratti dalla calda luce delle candele .
Fino a che di colpo accesi le luci . Erano così incredibilmente vicine le loro labbra. Quasi si sfioravano i loro seni stretti ancora nei vestiti che avevo scelto volutamente uguali tra loro.
Erano due donne , ci misero poco meno di un secondo a cogliere questo particolare.
Intravidi un sorriso nella più grande delle due , che d’altronde era sempre stata la più attenta ai dettagli, specie quando si trattava di vestiti da indossare, o scarpe da acquistare.
Mi avvicinai lateralmente a loro. Come un arbitro ad un incontro di boxe stavo per dettare loro le regole dell’incontro.
Conoscevano il loro destino fino a quel momento . Erano state dettate loro le regole che le portassero lì. Ma adesso iniziava un nuovo round, con uno scenario del tutto nuovo .
Sapevano che non dovevano guardarmi , d’altra parte erano del tutto concentrate nello scoprire quanto più possibile l’una dell’altra, ora che potevano vedersi.
La mia voce doveva essere rassicurante per loro . Anche se le parole che pronunciai rappresentarono una sfida.
“Ora facciamo un bel gioco” dissi sapendo che erano perfettamente consapevoli che la parola gioco era la meno adatta …
…“anzi , farete un bel gioco”, dissi avvertendo prima ancora della fine della frase il loro disappunto nel non sapermi direttamente partecipe.
“Le regole di questo gioco sono molto semplici : dovrete amarvi … e nel farlo davanti a me dovrete tirare fuori la più passionale perversione che celate dentro la vostra essenza…”
“… e per farvi ricordare che lo state facendo per me… sappiate che quella di voi che mi farà eccitare di più sarà premiata…l’altra punita severamente”
Appena finite di dettare le regole posai le mani sulle loro teste e facendole scivolare tra i loro capelli come pettinandoli con le mie dita, avvicinai le loro teste fino all’incontrarsi delle loro labbra…
Terminato il tragitto delle mie dita in fondo alle loro schiene incrociai le mie braccia portando le mie mani a toccare l’una la fica della ragazza opposta ad essa…
Contemporaneamente le mie dita entrarono all’unisono nei loro corpi…non a sufficienza per soddisfare i desideri ma abbastanza per poter dire loro mostrando tutto il mio sadismo “so chi di voi due è più bagnata dall’eccitazione, e quindi parte in vantaggio in questa dolcissima gara”.
La competizione era stata lanciata , quello che accade non lo dirò al lettore che dovrà immaginarlo .
Ma da bravo narratore comunicherò soltanto la mia soddisfazione nello scoprire la vittoria di entrambe che , messe alla prova dal loro Padrone, capirono molto presto che non fosse possibile in realtà alcuna competizione tra loro , essendo entrambe annullate e totalmente ed esclusivamente dedite al mio piacere assoluto, cosa che annullava ogni forma di relativistica competizione o gelosia.

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