MI FIDO DI TE, SEMPRE.

Non so spiegare come a volte mi vengano in mente certi pensieri.
Non sono voluti, non sono ragionati, arrivano così, all’improvviso, chissà
come, chissà da dove.
Mi lasciano perplessa, o allegramente stupita o altro ancora.
Sono legata in posizione ginecologica, le mani legate e sollevate oltre la
testa.
Mi stai torturando i genitali – mi sembra incredibile vedere come adesso
sopporto “bene” questa tortura, sentire quanto la desidero – e per la
precisione ora mi stai frustando la figa.
L’ho desiderato tanto, mi sono eccitata al pensiero, l’ho fantasticato nelle
mie fantasie masturbatorie.
Ma ho sempre paura.
Quando sono legata e pronta ho sempre paura di quella frusta “piccola”, con le
lacinie di cuoio cattive, corte e dure.
I suoi colpi mi fanno molto male, mi mordono la carne, mi bruciano la
pelle.
Mi hai colpito diverse volte facendomi sussultare per il dolore.
Tu hai allargato bene le labbra per esporre al meglio il clitoride:
“E’ tutto fuori”, mi hai detto, facendomi temere ancora di più il colpo,
ma nello stesso tempo facendomelo desiderare ancora di più con la mente.
Ho il Tuo cazzo in bocca per consolarmi, e ora sei di fianco a me.
Mi colpisci.
I miei gemiti, i miei lamenti, le mie urla sono soffocate, e mi “aggrappo”
al Tuo cazzo con le labbra, la bocca, la gola.
Lecco, struscio, “mastico”, succhio con forza ai colpi più duri.
E all’improvviso…il pensiero, chissà da dove arriva.
Rido, per Te senza motivo e certo fuori luogo.
Ti fermi e: “Perchè ridi adesso?”
Ho quasi paura a dirtelo, paura che mi punirai, paura che potresti
arrabbiarti.
“Dimmelo”.
Il pensiero torna, e rido ancora, sempre col Tuo cazzo in bocca.
Mi sposto e: “rido perchè improvvisamente mi è venuto in mente che ci vuole
un bel coraggio a frustare una donna che tiene in bocca e fra i denti il
cazzo di chi la frusta…”
Ed io mi riprendo il Tuo, tutto, fino in fondo.
Mi piace, sa farsi desiderare nel dolore, sa consolarmi bene quando il
dolore è forte.
So che l’ho combinata grossa. Non ridi, non dici che mi punirai, non
rispondi scherzando al mio pensiero.
Non hai nessuna di queste reazioni che ho pensato.
Riprendi a frustarmi la figa con decisione e:
“Mi fido di te, sempre, in qualsiasi situazione”.
Mi fido di te, sempre.
Mi fido di te, sempre.
Anche io mi fido di Te, sempre.
Ma non so perchè sentirmelo dire così, in questo momento, mi ha colpito
molto.
Cosa ci fa dire che ci fidiamo gli uni degli altri?
Io mi sono fidata di Te subito, e in questi anni è sempre stato così, una
volta sola il panico nel gioco mi ha fatto dimenticare la mia totale
fiducia.
Mi fido di te, sempre.
Cosa ce lo fa pensare, cosa ce lo fa sapere con certezza, cosa ce lo fa
sentire?
Io ci ho pensato, e non ho trovato risposta vera.
Cos’è che ci fa fidare dell’altro quando siamo completamente alla sua
mercè, quando siamo legate, quando siamo immobilizzate, lontane da tutto e
da tutti?
Cosa ci fa fidare dell’altro quando piangiamo, imploriamo, quando il dolore
è forte e sembra non finire?
Non so.
Io mi fido di Te, sempre.
“Quanto male devo farti?”
– Fammi tutto il male che vuoi, e poi di più-
Puoi farmi tutto quello che vuoi.
Non uso le parole a vuoto. Per me hanno un loro significato, anche se dai
più è abusato, distorto, usato in modo improprio.
Per questo le Tue parole mi girano nella testa. “Mi fido di te, sempre”.
Sono parole pesanti, importanti.
Mi sono entrate nella testa, le sento sulla pelle, le sento nell’anima.
Parole pesanti, dense di valore.
Mi fanno quasi timore, ne sento la responsabilità.
Mi legano più di un collare, mi segnano più di un marchio.
“Mi fido di te, sempre”.
Dafne

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