NUDA DAVANTI A TE 3


“il Tuo cazzo in bocca,in gola, e altre mani che mi
sfiorano e so che non è finita, che ci saranno poi altre torture, che ancora
mi farai naufragare in questo mare di dolore e piacere…
Sto così un po’ , a riprendermi, a godere delle sensazioni che ho: il culo
bollente, dolorante, il piacere delle carezze delle altre tue mani che lo
sfiorano, il Tuo cazzo in bocca e me lo godo proprio tutto, con la bocca,
con la lingua, le labbra, i denti, mi piace adorarlo, sì mi piace adorarlo e
lo farei per ore e ore e ore, e poi ricomincerei, la tua tortura e la mia
adorazione, la tua tortura e la mia adorazione, la tua tortura e la mia
adorazione… fino allo stremo.
Qualcuno mi toglie il plug, un breve dolore leggero, piacevole e poi una
certa sensazione di vuoto.
Mi sleghi i polsi, posso muovere le braccia, tu ti sposti, riallacci i
pantaloni e mi dici di alzarmi, sono insicura sulle gambe, faccio 2 passi,
ti vengo vicino, e resto lì, in attesa.
Mi abbracci stretta, un abbraccio veloce, è bello, è un contatto diverso.
Non so descrivere il mio stato d’animo: il dolore, il piacere,
l’eccitazione, il timore, la voglia di essere sottomessa ed in qualche modo
“costretta”, la curiosità ed anche una certa ansia per quello che accadrà
ora…tutto questo è per me me un mix troppo forte da tradurre.
Mi allontani quasi rudemente, e mi guardi nuovamente, uno sguardo “diverso”.
So che ora riprenderai a punirmi, a farmi punire.
Avverto questa certezza a livello fisico, di nuovo sono eccitata, di nuovo
avverto “fisicamente” il desiderio del Tuo male.
Dafne
Chiami P., gli dici di tenermi da dietro, con le mie braccia dietro la
schiena, il seno ben esposto, ed inizi a toccarmi i capezzoli, dolcemente.
Mi rilasso, non mi vuoi fare male allora, non ancora, li accarezzi, li premi alla base, e la mia eccitazione sale, poi chiami R. e anche lui gioca, Tu da una parte e lui dall’altra, io chiudo gli occhi e sento sfiorarmi, toccarmi, leccarmi, accarezzarmi i capezzoli facendomi provare fitte di piacere che tu ben riconosci.
Sono molto eccitata, non riesco a trattenere qualche gemito. Con
l’eccitazione anche la voglia di nuovo dolore aumenta.
Mi guardi e mi sorridi, ed io conosco quel sorriso: ecco adesso niente piu’
carezze, niente piu’ tocchi gentili. Vuoi vedermi soffrire e so che
inizierai a farmi male.
Prendi il capezzolo fra le dita ed inizi a stringere, R. si è fermato, e non
fa nulla, osserva le tue mani, osserva il mio volto.
Il mio capezzolo nelle Tue mani, lo stringi, lo schiacci, lo torci, lo tiri.
Sento il dolore che danno le Tue dita, Ti guardo e non riesco a stare zitta:
“ahi, ahi ahi mi fai male”, ma ne desidero ancora di piu’, “hai ahi”, e Tu
continui ad alternare strette, torsioni ed il dolore aumenta, cerco di
avvicinarmi quando Tu tiri ma non serve, P. non molla la presa e mi tiene
all’indietro, espone ancora di piu’ il seno e Tu tiri ancora di piu’,
schiacci di piu’ ed io ancora a dire che mi fai male, a lamentarmi, ma nello
stesso tempo desiderare che Tu continui… non ascoltare il miei lamenti,
non ascoltare i miei basta, fammi ancora male …
Dici a R. di prendere l’altro capezzolo e di fare la stessa cosa. Guardo le
mani di R. prendere il capezzolo destro, sento che schiacciano, strizzano.
Fa male, ma Tu ne fai di piu’.
Cerco di non trattenere il fiato durante il dolore, respira, mi dico,
respira. Sono tutta sudata ora.
Poi prendi il capezzolo con le unghie, e graffi ed il dolore sale e no, non
riesco a non trattenere il respiro, non riesco a rilassarmi, non riuscirò a
sopportarlo, e cerco di divincolarmi, ma uno strattone mi impedisce di
muovermi e Tu continui a torturare il capezzolo mentre io mi lamento, ahai
che male, mi fai male, no così me lo stacchi no…Ti prego, per favore, per
favore…
Schiacci, attorcigli e tiri nello stesso tempo, mentre R ora carezza e titilla
l’altro capezzolo, il dolore è troppo forte ed io Ti prego di smettere, Ti
imploro di smettere, chiedo pietà…
” Nessuna pietà oggi per te, lo sai vero? O devo smettere?”
” Dimmi…DEVO smettere?”
Sorridi. Qualsiasi cosa dirò farai quello che hai deciso.
Mentre dici così la stretta si allenta, il dolore diventa sopportabile.
Respiro a fondo, Ti guardo, sento il dolore, sento il desiderio di essere
cosa Tua e : ” No, non smettere, per favore non smettere”
L’ultima parola esce alterata perchè Tu subito hai ripreso a stringere e a
graffiare il capezzolo, a pinzarlo con le unghie in una morsa che mi fa
urlare, che non mi fa stare ferma, mi divincolo con tutta la forza che ho,
ma per fortuna ci sono braccia che mi impediscono di muovermi.
Continui così per un po’, portandomi allo stremo, alle lacrime, ai
singhiozzi, alla rabbia…” perchè non smetti? penso ” non vedi che non ce la faccio piu?”
La rabbia mi agita, la rabbia mi rende insofferente, la rabbia mi allontana
da Te, e io ne ho sempre un po’ paura quando la provo.
Paura che resti rabbia, che non passi, che diventi intolleranza, e che non
venga l’abbandono al dolore.
Ma poi, all’improvviso, la rabbia passa, si trasforma in una sorta di resa,
e c’è l’abbandono al dolore. Mi riavvicino a te, sono cosa Tua, puoi farmi
quello che vuoi. Singhiozzo per il dolore, non riesco a stare ferma ma non
mi divincolo piu’.
Le Tue mani si fermano, P. mi lascia, il dolore diminuisce, mi prendi il
volto e avvicini le tue labbra alle mie, bevi la mia sofferenza residua, mi
dici quanto è stato bello torturarmi così, vedermi quasi allo stremo, sento
la Tua eccitazione nella voce, la vedo nel volto, avverto il Tuo cazzo durissimo sotto i pantaloni… e il male quasi sparisce, o meglio non lo avverto quasi piu’,
ed io sono già pronta per altro dolore.
Inginocchiati! – mi dici – E subito metti un cuscino sul pavimento.
Mi inginocchio, mi piace stare in ginocchio davanti a te, aspettavo questo
momento, ti guardo, attendo.
“Sfilami la cintura.”.
La mia eccitazione sale immediatamente a questo ordine, è un gesto che ho
ripetuto molto volte ma sempre è come se fosse la prima, il cuore aumenta i
battiti, farfalle nello stomaco, un brivido al basso ventre, la mia figa che
freme…
Lentamente ubbidisco, lentamente, per godere di ogni piccolo gesto: tirare
la cintura, sganciarla dalla fibbia, sfilarla dai passanti… ecco ora l’ho
in mano, la piego in 2 e te la porgo, nei miei occhi il desiderio, nel mio
volto una muta preghiera, nella mia schiena già i brividi della pelle che
presto sarà colpita mentre la mia bocca Ti adorerà ancora.
Tu prendi la cintura, mi guardi e..:Dalla a R!
Esito un attimo…dentro di me dico no, non puoi farlo, ma la tua voce
afferra la mia volontà: DALLA A R!!.
Prendo la cintura dalle tue mani e la porgo a R, che la afferra sorridendo.
” Abbassagli i pantaloni”.
Capisco cosa vuoi fare, ora lo capisco, subito mi tornano in mente le tue
parole ” farai godere quello che hai morso…” e so quello che che mi
chiederai, so quello che devo fare.
Ne ho quasi timore, provo una sorta di umiliazione, ma nello stesso tempo ne sono eccitata.
Sbottono i jeans, apro la cerniera e abbasso i pantaloni.
Non ci sono slip, subito il cazzo duro di R. davanti al mio volto.
Tu vieni dietro a me, mi afferri i capelli tirandomi indietro la testa rudemente.
” Adesso vediamo se mordi…FAI IL TUO DOVERE!”
Poi ti rivolgi a R : “So che sai usare bene la cinghia. Falla apprezzare a questa ribelle”
” Non temere”, dice R.
Tu ancora ti sposti, sei senza pantaloni ora e ben eccitato, e ti metti di lato fra me e R.,
INIIZIA!
L’ordine è secco.
Ti guardo, iniziare per me è difficile, ma poi scatta qualcosa.
Sarò brava, sarò come Tu mi vuoi…sì leccherò il cazzo di R. ma penserò al Tuo, immaginerò il Tuo, “vedrò” il Tuo.
Mi chino, lo prendo con le mani ed inizio a sfiorarlo con la lingua.
Non è il Tuo, non è fatto come il Tuo.
Il Tuo è perfetto per me, Il Tuo è piu’ bello…
Penso a questo mentre lecco piano, piccoli tocchi con la lingua bagnata, morbida, dalla base alla punta, su e giù, lentamente, poi piu’ velocemente, mentre cambia il tocco e la lingua saetta.
METTILO IN BOCCA!
La Tua voce è secca mentre mi dai questo ordine.
Lo prendo tutto in bocca.
La cinghia inizia a colpirmi la schiena, sono colpi lenti, forti, chiudo gli occhi e cerco di concentrarmi su quello che sto facendo.
MHHAHUUUUUUUUUUUUUUUUMMMMM, mugolo di dolore mentre vado su e giu’, gli occhi chiusi che già iniziano a lacrimare.
I colpi si fanno piu’ forti, apro la bocca e mi allontano per dire HAIAI non ce la faccio, apro gli occhi, ma la tua mano prende la mia testa.
“CONTINUA A FARE QUELLO CHE STAI FACENDO”
Mi “incolli” al cazzo di R. mi spingi la testa violentemente, con affondi quasi cattivi che mi procurano conati di vomito, ma non ti fermi.
La tua mano di lato che dirige il movimento, la cinghia che mi colpisce, le mie labbra e la mia bocca usate per il Tuo e suo piacere…il dolore, il senso di soffocamento quando mi spingi ancora piu’ in basso e R. ancora piu’ in dentro, l’eccitazione e la mia non volontà o meglio la mia volontà di essere cosa Tua ora, di essere usata, costretta…tutto questo mi eccita, mi turba, mi fa sentire confusa, e chiudo ancora gli occhi, mugulo, mi lamento, succhio e lecco e quasi non so piu’ dove sono e vorrei sentire ancora piu’ dolore, vorrei che la tua mano spingesse piu’ forte…e poi non so cosa vorrei, non so se ho ancora consistenza mia o se mi sto trasformando in altro, in una specie di fluido, di desiderio liquido…
I colpi si fermano, ma non ricordo che li stavo piu’ sentendo, forse si sono fermati prima ed io non mi sono accorta.
Con un gesto deciso mi tiri indietro la testa e R. prontamente si sfila, non viene dentro la mia bocca, e si sposta.
Io sono sempre in ginocchio ed ora Tu ti metti davanti a me, ed io Lo vedo, vedo il Tuo cazzo in tutta la sua bellezza, e subito lo desidero, ma non oso toccarlo né leccarlo, sono qui in ginocchio, ecco ora sento la schiena che brucia per i colpi di prima, e aspetto un Tuo cenno, un Tuo ordine, un Tuo farmi male.
Mi sollevi la testa e: ” Sei stata brava. So che cinghia e frusta ti fanno essere brava, docile, diponibile…è vero?”
Io ti guardo, e di nuovo ho la sensazione di un desiderio “liquido” dentro di me, così forte che potrei perdermi, e vorrei dirti di non parlare, di frustarmi, di farmi male, molto male, sono eccitata.
Nelle tue mani compare la cinghia, non saprei dire quando R. te l’ha passata.
Mi prendi la testa e la dirigi verso il Tuo cazzo durissimo.
Lo guardo e lo accarezzo con le mani, con le dita, lo sfioro, lo percorro tutto…
Poi lo prendo in bocca. Tutto, fino in gola, fino all’urto del vomito.
Lo sfilo piano piano, carezzandolo con la lingua.
Lo lecco piano, tutto, come un cono gelato.
Ancora tutto in bocca, facendoti sentire labbra, lingua, denti.
Arriva il primo colpo, forte, da togliere il fiato, subito seguito da un secondo altrettanto forte, e già dico basta, o meglio cerco di dirlo mentre Tu penetri la mia bocca con forza, con violenza, non riesco a respirare.
Mugulo un lamento ma subito un altro colpo…ahia ahiaiaia dico dentro di me, ma mi aggrappo a quel che ho in bocca, lo succhio come se da qui venisse la forza per subire i colpi che ancora stanno arrivando sulla mia schiena, sul mio culo…6 – 7-…8…dentro di me li conto, arrivo fino a 10 poi mi perdo, e sono solo bocca, sono solo lingua, gola, denti che strisciano leggermente come so che Ti piace, sono solo volto che va su e giu’, labbra che stringono e già sento che stai per venire, e allora stringo di piu’ le labbra, mi stai colpendo ancora e sì colpisci, sì fammi male, sì fammi tutto il male che vuoi e ancora di piu’, lo voglio, lo anelo, e affondi in gola mentre succhio e accarezzo con la lingua, la cinghia si è fermata, ed ecco che i primi getti arrivano ed io bevo, eiaculi ripetutamente ed all’unisono deglutisco, ed ancora lecco ogni tua goccia residua mentre tu gemi di piacere ed io gemo di piacere e di dolore, e sto bene, sì sto bene, la pelle della schiena che brucia, il tuo sapore nella mia bocca e così vorrei stare lungo, ad adorarti ancora prima della prossima punizione, prima della prossima tortura…
…continua…
Dafne

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