NUDA, DAVANTI A TE

Nuda, davanti a Te. – prima parte-
Sono nuda davanti a te, ancora vestito.
Mi hai fatto spogliare sotto il Tuo sguardo duro, io quasi intimorita, ma
piacevolmente eccitata.
So che mi punirai.
“Mi hai disobbedito”?
Tu sai già la risposta.
Io sto in silenzio. In questo momento non so dire sì, non so dire no, so
solo stare zitta, a capo chino, guardo i miei piedi, il pavimento, e
desidero un contatto con te. Una carezza, una sberla, una strizzata di
capezzoli … qualsiasi cosa che sia contatto fra i nostri 2 corpi.
Da aggiungere al contatto delle menti.
Mi prendi il viso e lo sollevi, mi tieni il mento con una mano, ed inizi a
schiaffeggiarmi, lentamente, un colpo a destra, uno a sinistra, uno a
destra…
“Aspetto la risposta”
“Sì” – dico semplicemente.
Tu sorridi.
E’ un sorriso che mi mette una strana inquietudine, che fa accelerare i
battiti del mio cuore.
“E io ti punirò oggi, a lungo”.
Sì, sì sì puniscimi, dice la mia mente. Fammi male, fammi urlare, fammi
piangere. Lo voglio, lo desidero, non importa se sotto i colpi poi non lo
vorrò più, ora lo voglio, lo bramo.
Bramo il tuo male
“E non sarò solo, ci saranno 2 amici con me, per aiutarmi, per farti male,
per umiliarti..”.
Il mio cuore perde un colpo, – o forse più d’uno – ma ho un brivido di
eccitazione.
Quella che fino ad ora era stata una mia fantasia sembra tradursi in realtà.
Mi guardo in giro, come se dovessero materializzarsi i tuoi amici, ma non
vedo nessuno.
Mi stringi a Te, mi afferri i capezzoli, sussurri:
“Credevi di vederli”?
No, non è ancora il momento, manca poco. Pensa, io e altri 2 uomini, tutti
per te, per punirti, farti male, umiliarti, abusare di te .. .posso fare
tutto quello che voglio di te… è vero?”
Lo guardo e…
” Sì, è vero, PUOI farmi tutto quello che vuoi”.
Ed è vero, in questo momento sento che può fare di me tutto quello che
vuole, desidero che faccia tutto quello che vuole.
Desidero essere punita, torturata, umiliata, sentirmi cosa nelle Sue mani,
oggetto senza più volontà se non quella di essere completamente in balia
dell’altro.
Voglio, eppure ho paura.
Un annuncio di sms, il cuore mi balza in gola.
Guardi il telefono e:
“Vieni, ora indosserai questa, tu vedrai loro ma loro non vedranno te”. Mi
metti un cappuccio di pelle, quasi elastico, capo e volto completamente
mascherati, due fori per gli occhi, uno per il naso e la bocca.
Mi fai aprire la bocca, spalancata, il movimento è agevole, mi chiedi se mi
tira da qualche parte.
Trovo questo cappuccio stranamente confortevole, mi dà un senso di
protezione. E’ come se potessi vedere senza essere vista, un’impressione di
sicurezza.
Mi metti seduta, e vai ad aprire la porta.
Dopo poco entri con 2 uomini. Me li presenti, sono R e P. Un rapido saluto,
strette di mano. Sono strette vigorose, di quelle che prendono davvero la
mano e stringono bene, decise, non strette molli che appoggiano solo.
Nonostante questo li vedo e non li vedo, non so dire se siano belli o
brutti. Ma non ha importanza.
SEI TU CHE MI PUNISCI.
Per Me oggi Tu avrai 6 mani e non 2, tutto quello che arriverà, arriverà da
Te.
Tu lo vuoi, Tu decidi.
Sono cosa Tua.
Puoi farmi tutto quello che vuoi.
Questa consapevolezza improvvisamente mi angoscia.
Poi Ti guardo.
Tu ti avvicini, mi scruti.
Questa consapevolezza mi eccita, la mente vola in alto.
Mi guardi ancora, mi sfiori le labbra e ti rivolgi ai 2 uomini presenti.
“Dunque questa signorina è troppo lussuriosa … ha disobbedito ad un mio
ordine e si è masturbata senza il mio permesso, e per questo oggi sarà
punita duramente e a lungo.
Deve imparare a ubbidire e non fare sempre quello che vuole. Se la lascio
fare questa si masturba anche 2 volte al giorno, pura lussuria.”
Ascolto e già immagino cosa pensano R e P. Sento i loro sguardi sul mio
corpo.
Il rossore delle mie guance è celato dalla maschera, ma ugualmente abbasso
lo sguardo a terra.
“Dimmi perchè ti devo punire, dillo ai presenti!”
La mia voce non esce, per quanto ci provi.
“Avanti, DILLO!”
“Non ho ubbidito ad un ordine”, testa bassa, ma le parole sono uscite, io
imbarazzatissima nonostante il cappuccio.
Non ho specificato l’ordine cui non ho obbedito. Pudore, vergogna me lo
hanno impedito e Tu per il momento non mi hai obbligato.
“Ora ti darò una bella sculacciata, come si conviene a chi non ubbidisce, ed
i miei amici mi aiuteranno, impedendo di muoverti, e poi chissà…”
Brividi di paura, vorrei pregarlo di non sculacciarmi, di non farlo davanti
ad altri, so che non riesco ad avere contegno sotto i colpi brucianti.
Ma anche brividi di piacere, vorrei che iniziasse subito, voglio sentirmi
punita fino in fondo, voglio disperarmi per poi sentirmi arresa, docile.
Tu ti spogli, poi prendi una corda rossa, morbida e con quella mi leghi
saldamente i polsi. La legatura non stringe ma neppure posso liberarmi. Una
strana paura mi prende, assieme ad un brivido di forte eccitazione.
Nuda, con una maschera, polsi legati. Tu e altri 2 uomini a me sconosciuti
che possono fare di me quello che vogliono. Altri brividi di paura folle e
di eccitazione sempre più alta.
Tu ti siedi, i tuoi amici anche, si siedono ai tuoi lati, ed io vengo
invitata a prendere posizione sulle Tue – anzi sulle vostre – ginocchia.
Il mio culo saldamente appoggiato sulle Tue cosce, le gambe su quelle di R.,
testa e braccia allungate su P.
Le mie gambe e le mie spalle sono tenute da mani altre, diverse.
No, non sono mani altre.
Tu oggi avrai 6 mani, tutto quello che verrà, verrà da Te.
Metti una mano sotto, sul mio sesso.
Con l’ altra cominci a sfiorarmi la natiche, sento la mano di R accarezzarmi
le gambe e le cosce.
Una mano ancora, quella di P.si fa strada ed arriva a prendermi un
capezzolo, a stringerlo dolcemente.
Sulle Tue ginocchia, e su quelle dei 2 amici, tenuta alle gambe con un
braccio, con un altro tenuta alle spalle.
La tua mano a sfiorarmi le natiche, mentre l’altra afferra le labbra del
sesso e le stringe delicatamente.
Una mano a giocare con un capezzolo.
Un’altra ad accarezzarmi le gambe.
6 mani che mi stanno tenendo, sfiorando, accarezzando.
6 MANI PER PUNIRMI, 6 MANI PER FARMI MALE.
E SONO MANI TUE, TU HAI VOLUTO COSI’.
Sono rilassata, assaporo le sensazioni sul mio corpo, la mia vicinanza con
Te, sono eccitata e provo molto piacere.
“Questo è il momento della punizione, e non del piacere!” , mi dici.
Poi inizi a colpirmi, con colpi leggeri, ben distribuiti. Il capezzolo viene
stretto, da sotto mi stringi la figa con le unghie.
Sono ferma, cerco di non irrigidirmi, di non trattenere il respiro.
I colpi aumentano d’intensità, si fanno più forti, colpiscono ripetutamente
lo stesso punto, fanno male, bruciano, non riesco a stare ferma e tento di
divincolarmi, ma le strette sulle spalle e sulle gambe si fanno più forti,
sono morse d’acciaio che mi tengono, le loro voci mi dicono di stare ferma
o dovranno stringere di più, ed io mi rendo conto che non ho via di scampo,
non posso muovermi, ma ancora tento di sfuggire ai colpi che sono più forti,
che fanno più male, che bruciano.
Muovo quel poco che posso, la testa, le gambe, il culo, ma non serve. La tua
mano continua decisa ed io inizio a sentirmi persa nel dolore
Non riesco a stare zitta, chiedo di smettere, chiedo pietà, chiedo perdono,
“Per favore per favore basta, basta, pietà”.
Il cappuccio improvvisamente mi da fastidio, non lo sento più protettivo, mi
fa caldo, mi fa sudare e respiro male. Chiedo umilmente di
togliermelo.
Me lo togli.
Respiro a pieni polmoni e non mi importa di essere vista in volto, che
possano leggere sul mio viso le emozioni che provo, la vergogna, il piacere,
la vergogna del piacere, il dolore e la disperazione.
Inizio a singhiozzare e, anche se non voglio, ad urlare.
I colpi rallentano, sono più leggeri, ho le natiche in fiamme, sento il
loro calore che si propaga al mio bacino. Non mi colpisci più.
La mano sotto alla mia figa tira e pizzica ed io ancora mi lamento, la mano
sul mio seno ha ripreso a stuzzicare il capezzolo in strette dolorose.
“NON ho finito”.
La Tua voce mi gela.
“Ho detto che saresti stata punita a lungo e duramente”
E’ vero, hai detto così. Nessun sconto, lo so.
“Per favore per favore basta, ti prego…”
La Tua mano riprende, dura.
Sento chiaramente l’eccitazione dell’uomo che mi tiene le spalle, P., e la
Tua
sotto di me.
Cerco di scalciare, cerco di alzarmi ma non posso.
“Hai bisogno di consolarti, vero?”
Non è una domanda che attende risposta.
Sento la voce del Padrone, la mano che tocca il mio seno lo lascia, sento il
rumore di una zip che si apre .. .la mia testa viene girata e la mia bocca
posta sul cazzo dell’amico che mi tiene le spalle.
Tengo chiusa la bocca, in un gesto di larvata ribellione. Sì, è vero, ho bisogno di consolarmi, ma col tuo cazzo, è quello che vorrei in bocca, tento di allontanare la testa ma la tua presa è di ferro e mi ordini di aprire la bocca.
“Ancora non hai imparato che DEVI ubbidire.!”
Sì’, non ho imparato, è vero, ma io ti voglio obbedire docilmente, e nello stesso tempo voglio essere costretta ad obbedirti, voglio essere costretta col dolore, con l’umiliazione. Tu lo sai.
Apro la bocca ed accolgo il pene eccitato di P.
Chiudo gli occhi e penso che è il tuo che ho in bocca, anche se questo è diverso, ha un altro odore, un altro sapore. No, non è il tuo ma in questo momento la mia bocca serve a questo, non è piu’ sotto la mia volontà ma sotto la Tua.
Farò tutto quello che vuoi, e che hai deciso per me.
“Avanti, consolati” – mi dice la Tua voce, mentre la Tua mano ancora
colpisce, mentre il dolore arriva fino al cervello ed io sono disperata.
E allora improvvisamente mordo quello che ho in bocca e l’amico fa un urlo
e mi sposta la testa, e la mano che mi colpisce si ferma.
“Che succede?”
“Succede che mi ha morso” dice P..
Solo ora mi rendo conto di quello che ho fatto.
Tu sorridi.
“Ma noi faremo passare la voglia di mordere a questa dispettosa, non è
vero?
E poi avrai modo di farti perdonare, facendo godere quello che hai morso”.
E riprendi a battermi duramente, colpisci i punti più delicati, ed io non
sopporto più, sono presa dal panico, e sento la mia voce dire che non
volevo, non volevo mordere, non ho fatto apposta, sento la mia voce alterata
dal pianto chiedere pietà, chiedere perdono, promettere che non lo farò
più, e poi sento urla che non cerco più di trattenere, e non ho più dignità,
non ho più forza, non ho più nulla…
E allora mi arrendo davvero alla Tua volontà di punirmi forte, e non mi
dibatto più, subisco i colpi che ancora arrivano e che sembrano dati da mani
di fuoco, le urla diventano lamenti, e poi solo pianto, lacrime che sgorgano
come un fiume, e singhiozzi. Sento le mani che mi accarezzano gambe
e seno, e sì… sono punita, sono umiliata, sono arresa.
Sono Tua.
Finalmente la mano si ferma, sfiora la pelle bruciante con i polpastrelli,
con le unghie, mentre quella sotto cerca il punto e mi penetra
violentemente, mi graffia. Ho la sensazione di un fuoco sulla pelle, il
bruciore è intensissimo, il dolore forte, ma l’eccitazione ricompare, ora
anche le altre mani toccano il mio sedere, lo accarezzano, mentre i
singhiozzi si placano, mentre mi metti il tuo cazzo durissimo in bocca, che io lecco devotamente, con estremo piacere
e mi sussurri che la punizione non è ancora finita, che mi farai male e che mi farai fare ancora molto male…
Dafne
continua…

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