Quando la moda mi diventa feticista

Ho trovato lavoro come segretaria per un’accademia di trucco. Ho una scrivania e una sedia bianco-latte, circondata da un arredamento proto-Ikea, circondata da appunti maligni e ragazze che mi fissano con lo sguardo stordito appena metto su un collarino mignon o una cintura alta à la corpetto. Per concludere in bellezza, ho un capo con cui purtroppo non ho niente dello splendido rapporto segretaria-datore di lavoro del film “Secretary” (a proposito, nota a margine per la serie dello spanking: perché non mettere anche la scena di “Secretary”? Personalmente la trovo fenomenale) però posso accontentarmi del fatto che mi dia uno stipendio. Comunque. Essendo un’accademia di trucco, ci arrivano spesso giornali di moda, dato che usiamo la maggior parte dei servizi fotografici come esempio per le lezioni di trucco base o trucco teatrale. Inoltre, abbiamo una pila immensa di numeri di “Vogue” proprio accanto alla mia scrivania. Sfogliandone una copia in un momento di pausa, ho notato con gioia la nuova tendenza fetish-estrema per quel che riguarda le scarpe. Altissime, certo, come ogni servizio fotografico di Vogue dall’inizio dei tempi – ma anche dal gusto provocatorio ed elegante proprio del mondo fetish, ora più che mai rispetto alle stagioni passate. Dalle riviste di moda ho visto di tutto, ma mai qualcosa di così smaccatamente BDSM. Così, tutta entusiasta, ho cominciato a fare ricerche su Internet, e ho trovato certe bellezze che non vedevo l’ora di condividere con voi tutti.
Devo segnalare le splendide scarpe di Christian Louboutin per Rodarte. Forse non sono ancora propriamente fetish, rispetto al resto di quello che ho trovato. Ma quel tacco così bello, quelle cinghiette borchiate strette attorno alle caviglie, e quel modello così audace – me ne sono innamorata, lo ammetto.


Le mie preferite, delle quattro esistenti che vedete, sono quelle bianche e nere. Anche quelle totalmente bianche, però, avrebbero un loro perchè. Passerei la vita ad adorare un’infermiera con quelle scarpe al piede (un pò adorarla, un pò pregarla di prestarmele, ma vabbè);
quando poi ho continuato a cercare, ho trovato anche la nuova collezione di scarpe della Givenchy. Li chiamano ‘Gladiator Boots’, stivali da gladiatore, con la sola differenza che, di solito, nel mondo della moda, gli stivali da gladiatore sono rasoterra. C’è la versione a sandalo-stivaletto, molto carini, e gli stivali alti fino al ginocchio. Guardateli bene. Non sono delle opere d’arte fenomenali?


Non so esattamente perchè mi sono tanto entusiasmata alla vista di queste scarpe, ma le trovo un altro importante segnale dei tempi che cambiano. Forse sì, è vero, molti sfruttano un certo stile solo per fare scalpore e soldi, però a voi non viene un pò da sorridere pensando che, fino a cinque-sei anni fa, scarpe simili non avrebbero mai visto la luce? Dopo le manette in passerella del 1998 alla sfilata di Gai Mattiolo (e di cui non ho trovato neanche uno scampolo di immagine, mannaggia) sembrava che tutto fosse finito. Rassicuranti ossa anoressiche, dettagli un pò così, scandali dimenticati in due giorni. E ora, invece, questo. Non voglio illudermi che certi articoli diventino mai dettagli quotidiani, però questa nuova stagione di scarpe è già nel mio cuore. Non vedo l’ora di comprare almeno gli stivali Givenchy con i soldi dei miei prossimi tre stipendi. Un pò esagerato, dite? Bè, se proprio devo avere il capo-tappezzeria che non sfiorerebbe nessuna delle sue dipendenti, voglio almeno vestirmi come si deve. È una questione di principio.
Daniela Montella

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